Formula 1 | A Suzuka Verstappen vince gara e mondiale. Bocciata la FIA!

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

In Giappone l'olandese si conferma campione del mondo, dopo che la gara è stata accorciata per una pioggia torrenziale in partenza. Tutti pensavano che il discorso fosse rimandato ad Austin. Ma con un colpo di scena, la gara è stata dichiarata conclusa al 100%. Una scelta che ha lasciato tutti di stucco, arrivata dopo quella generata dal caos trattori al primo giro... La direzione gara è seriamente nel pallone, dopo i fatti di Abu Dhabi 2021!

Festa doveva essere e festa è stata. Davanti allo stato maggiore Honda, Max Verstappen festeggia il suo secondo alloro mondiale. Dopo una gara ed una stagione dominata. Se solo pensiamo a come era iniziata era inimmaginabile un epilogo del genere (due zeri in tre gara a causa di guasti). Lui stesso dichiarò come fosse impossibile recuperare quello svantaggio da Leclerc e la Ferrari, molto competitive in avvio di stagione.

Invece, dopo un processo di sviluppo intenso messo in atto dalla Red Bull, per abbassare il peso della RB18 ed in contemporanea aumentare la performance, la creatura di Newey è diventata implacabile. La chiave di svolta è stata la batosta rimediata al Red Bull Ring, in cui erano emersi problemi di gestione gomma. Capiti quelli, la vettura anglo-austriaca è in serie di vittorie da sette gare consecutive (6 Verstappen, 1 Perez).

Verstappen domina e nella sorpresa generale si aggiudica il titolo a Suzuka

Per il nativo di Hasselt, la gara si è risolta con la gran staccata in partenza in curva 1, dopo un ottimo spunto in avvio del suo rivale in Rosso con il quale condivideva la prima fila. Da lì, anche dopo la ripartenza, ha dovuto solamente scegliere il momento giusto per passare alle intermedie e gestire la situazione fino alla bandiera a scacchi.

Dimostrando un passo inavvicinabile da chiunque. Anche grazie ad una gestione gomma perfetta, che ha permesso di far lavorare gli pneumatici nella giusta finestra. Eloquente l’immagine sotto, scattata a fine gara, che ritrae lo stato delle gomme anteriori della F1-75 numero 16 e quelle della RB18 numero 1. Sulla Rossa di Maranello del monegasco sono praticamente slick (evidente dal passo tenuto e dal bloccaggio finale che gli è costata la penalità), mentre sulla vettura del campione olandese erano pressoché intatte.

Comparazione gomma anteriore destra di Leclerc e Verstappen a fine gara
Photo by: Uncredit

Terminata la gara, tutti sicuri che il mondiale fosse ancora aperto. In quanto non si era arrivati alla soglia minima di giri per assegnare il punteggio pieno, visto che la gara era durata solo 40 minuti. Ma ecco che durante le interviste dei primi tre, antecedente alla salita sul podio, arriva una comunicazione inattesa che neanche i protagonisti si aspettavano: Max Verstappen campione del mondo 2022!

L’olandese, per il secondo anno consecutivo, non ha avuto l’onore di festeggiare l’iride senza che questo sia stato oggetto di polemiche nel momento dell’assegnazione. In questa stagione non è stato certamente in discussione. Però ricevere la comunicazione in questo modo scialbo, lascia l’amaro in bocca. Non rendendo merito al campionato di altissimo livello disputato dal gioello della Red Bull. Sicuramente una situazione sgradevole per una F1 che ormai punta allo spettacolo.

Continuano i provvedimenti incomprensibili dalla direzione gara

La decisione sul punteggio è stata solo l’ultima incomprensibile da parte della direzione gara, da Abu Dhabi a questa parte. Ed anche durante la gara giapponese non sono stati esenti da prendere delle scelte molto discutibili.

A partire da quella di iniziare la gara con un partenza normale, invece di optare per una dietro la SC così da costringere i piloti allo start con le full wet (come accadde in Germania nel 2019). Il tutto considerando che le condizioni erano nettamente peggiorate dal momento che le 20 macchine erano uscite per i giri di schieramento. Ancora una volta si è privilegiato lo spettacolo ed il drama, alla questione sportiva.

Ma la decisione inaccettabile è stata quella presa per rimuovere la macchina di Sainz, finita contro le barriere. Si è disposta l’entrata di due trattori sul luogo dell’incidente (anche se in regime di bandiera rossa) con alcune vetture ancora in pista. Un deja-vu che poteva rischiare di replicare quanto successo a Suzuka, nelle stesse condizioni, nel 2014 in cui perse la vita Jules Bianchi. Ed un episodio analogo era già capitato, sull’asciutto, negli ultimi giri a Monza in questa stagione

Un errore sull’assegnazione di una penalità è tollerabile, considerando che è impossibile accontentare tutti. Come è sempre stato nella storia del motorsport e della F1 in particolare. Anche se una volta per tutte andrebbero definiti dei paletti chiari, sia sulle modalità di penalizzazione e sia sulla tempistica. La penalizzazione per Leclerc è sacrosanta e legittima.

Ma quello che fa storcere il naso, è il diverso trattamento temporale riservato tra la sanzione del monegasco rispetto a quella di Perez, solo una settimana prima. Quando si era di fronte ad una palese situazione di violazione, con precedenti abbastanza pesanti, ma ci vollero comunque delle ore prima di certificare la vittoria del messicano a Singapore.

Ciò su cui non si può assolutamente transigere, è quando viene messa a rischio la sicurezza dei piloti. Un caposaldo per la FIA, sul quale si è battuta molto negli anni, a volte abusandone come è stato per la vicenda porpoising. Il tutto per non aspettare che siano sfilate tutte le vetture. Permettendo in questo modo di far operare in sicurezza in primis gli steward, volontari che fanno questo servizio per passione. E poi evitare di mettere a repentaglio la vita dei piloti stessi. La scelta è ancor più grave in quanto, proprio nel giovedì di Suzuka, Sebastian Vettel era tornato sull’argomento invocando una maggiore calma nel far entrare i mezzi di soccorso.

Sebastian Vettel, Aston Martin AMR22
Photo by: Twitter Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team

Da Abu Dhabi a Suzuka, la confusione regna ancora sovrana

Ormai è passato un anno dalla famosa vicenda Abu Dhabi, di cui l’unico ad aver pagato le conseguenze è stato l’allora direttore Micheal Masi. Ma sembra che da quel trauma FIA e direzione gara non si siano mai ancora ripresi.

Wittich e Freitas, pur essendo validi ed esperti direttori di gara, vengono da mondi completamenti diversi. In cui le velocità sono minori e le vetture sono completamente diverse. E’ normale, quindi, che necessitano del tempo per imparare a pieno come funziona la F1. Ma fa’ specie che stiano sbagliando alcune chiamate abbastanza “facili”, per uomini della loro esperienza. Forse, con il senno di poi, era il caso di prendere uomini che sono stati nella massima categoria e conoscono le sue dinamiche alla perfezione.

La FIA sotto il nome del presidente Ben Sulayem, a questo punto, dovrà evitare che episodi del genere accadano nuovamente in futuro. Se non vuol continuare a macchiare la sua reputazione. Che certamente al momento non gode di molta fiducia agli occhi del mondo motoristico e degli addetti ai lavori, oltre che in quelli dei tifosi.

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