Solamente due gare e la lunghissima carriera di Sebastian Vettel in F1, durata 15 anni, volgerà al termine. Un personaggio e pilota che o lo si ama o lo so odia, non esistono mezze misure. L’uomo antisocial per eccellenza che, per comunicare il suo ritiro, ha aperto appositamente un profilo Instagram per comunicare al mondo la sua decisione. Stanco ormai dei ritmi incessanti di questa F1 moderna, dove il calendario è sempre più kilometrico ed i viaggi sempre più extraoceanici. Costringendolo a stare lontano dalla sua famiglia e dai suoi 3 figli.
Il giovane Sebastian ribelle dei tempi d’oro della Red Bull e dei primi anni della Ferrari, ha lasciato spazio ad uomo maturo. Il quale antepone alla sua passione per i motori, che ha caratterizzato la sua intera carriera e la sua esistenza, quella per le battaglie ambientaliste e sociali. Ma una peculiarità che lo contraddistingue, da sempre, è la sua schiettezza ed il non avere mai paura di esprimere le sue idee. Un esempio per i tanti giovani che si sono affacciati a questo sport ed i suoi tifosi che lo supportano da anni ormai.
Si era capito da un po’ di tempo che il suo tempo in F1 stava scadendo. Da alcune sue dichiarazioni, da alcuni suoi comportamenti mutati in macchina e nei team radio. Ma soprattutto a causa di macchine scarsamente competitive negli ultimi anni, che l’hanno visto sprofondare nel centro-basso gruppo. Chi lo ha seguito da vicino, sa che è uno dei piloti che parla meno in radio durante il weekend, specialmente durante la gara.
Ma quando c’era da farsi sentire, perché la monoposto non era di suo gradimento o per altre situazioni, come le strategie, non si tirava certo indietro. Invece nell’ultimo periodo è parso molto più compassato, quasi senza alcuna speranza che la situazione potesse migliorare, lasciando fare al team. Eccetto in alcuni casi, specialmente in qualifica. Per poi recriminare che era meglio che seguisse il suo istinto nel scegliere l’opzione migliore. Singapore 22′ docet.
Tutti ci aspettavamo che, nonostante questi aspetti che erano cambiati con il tempo, potesse quanto meno rimanere per un’altra stagione. Vero che la Aston Martin in questi due anni non è stata competitiva come ci si aspettava, specialmente in questa stagione. Ma i motivi per sperare erano per lo più di natura tecnica. I quali avrebbero potuto far aumentare la sua motivazione e fare allontanare il pensiero di un ritiro.


La monoposto 2023 sarebbe nata dal nuovo gruppo capitanato da Dan Fallows e Luca Furbatto. I quali hanno sviluppato il cambio di filosofia avvenuto da Barcellona, che alla lunga sta dando i suoi frutti. Anche se il male endemico della AMR22 risiede nel telaio e soprattutto nelle sospensioni. Inoltre la nuova fabbrica, frutto degli ingenti investimenti di Lawrence Stroll, sarebbe entrata finalmente a regime nella prossima stagione. E dopo aver tribolato per due anni, ci si attendeva che valutasse la nuova organizzazione e nel caso raccogliere i meritati frutti. E posticipare la decisione di appendere il casco al chiodo al prossimo anno.
Invece Seb ha spiazzato tutti quanti. Proprio nel momento in cui lui stesso, poche settimane prima, aveva dato segnali che il rinnovo fosse ad un passo. Frasi così convincenti, mai pronunciate nelle conferenze stampa. Neanche per l’accasamento al team Silverstone nel 2020. Quando ormai tutto il paddock sapeva che fosse solo questione di tempo.
Eppure da quel momento, anche grazie ad un passo in avanti compiuto dalla monoposto verde smeraldo, ha tirato fuori delle prestazioni di altissimo livello. Intendiamoci. Durante queste ultime tre stagioni difficili, chi lo ha seguito da vicino sa che quando si sono create le condizioni, lui si è sempre fatto trovare pronto. E la zampata l’ha sempre tirata, tenendo in piedi la baracca. Specialmente in Aston Martin.
Ma quello che ha colpito maggiormente è che queste ultime prestazioni, insieme alla fame ed alla cattiveria mostrate in più occasioni, non appartengono ad uno che vuole appendere ritirarsi a fine stagione. Ma più ad uno che vuole dimostrare che non ha disimparato a guidare o ha perso il suo talento, come qualcuno ha scritto e detto in questi anni.
Le ultime partenze sono state perfette, un mix di aggressività e strategia allo stato puro. Che gli hanno permesso di rimontare moltissime posizioni ed annullare l’handicap delle qualifiche. Ponendolo in buona posizione nelle fasi iniziali, per poi capitalizzare e mettere a segno punti pesanti. Da segnalare quelle a Spa, nella sua Singapore ed ad Austin.



Altro aspetto che fa sì che non stiamo guardando un pilota in procinto di lasciare, è la determinazione ed il talento messi in luce. Sia in difesa e sia attacco, durante i corpo a corpo in queste ultime gare. Un’altra caratteristica in cui negli anni è stato criticato dagli “esperti”, secondo i quali non sarebbe in grado di sorpassare.
Beh ad Austin, dopo che il team gli ha rovinato una gara che poteva finire in P6, ha dato dimostrazione di cosa sa fare. Sbeffeggiando ancora una volta gli scettici. Rimontando e superando con grinta non una, ma ben tre volte all’esterno del lungo curvone ad alta velocità. Animando gli ultimi scampoli di corsa, insieme a Magnussen, con una battaglia spettacolare all’ultimo giro.
E come non sottolineare le impressionanti difese da leone su Hamilton e Verstappen nel suo giardino di casa, a Marina Bay. Con una macchina nettamente più lenta, inducendo all’errore il sette volte campione del mondo. Un film già visto spesso, quello di tenersi dietro Hamilton con una vettura meno performante. L’ultime repliche erano andate in scena in Turchia 2020 e Giappone nel 2019.
Ed è proprio a Suzuka, sua pista preferita, che ha tirato fuori un weekend perfetto. Il migliore da diversi anni a questa parte. Una qualifica spettacolare che lo ha riaccolto in Q3, dopo diversi mesi. Condite da una delle sue chiamate strategiche, che l’anno rimesso in corsa dopo il disastro della prima partenza. Il tutto rifinito con una strenua difesa sull’antico rivale Alonso, con monoposto meno performante e gomme usurate, vinta al fotofinish.

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È un vero peccato che un talento così, nel pieno della sua maturità e con questo fuoco, abbandoni la F1 adesso. Lui si professa sereno e convinto della scelta che ha preso, non vedendo l’ora di affrontare il suo nuovo percorso fuori dalle corse. Ma recentemente, per la prima volta, non ha escluso che possa sentire il bisogno, un giorno, di tornare.
Quindi, molto probabilmente, al suo interno qualche rimpianto inizia ad averlo. Perché sa che ha ancora molto da dare e la sua classe è rimasta intatta. Conoscendolo, questo non lo ammetterà mai. Ma una cosa è certa, mancherà moltissimo a questo sport, sia in termini sportivi che soprattutto umani.