Formula 1 | Aston Martin ma che combini?

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

Dopo una gara passata a lottare per la vittoria e terminata in seconda posizione (anche a causa di un pit stop lento della squadra), Sebastian Vettel nella serata ungherese è stato squalificato per un'irregolarità del quantitativo minimo di benzina trovato nel serbatoio della sua AMR21.

Domenica 1° agosto in quel del Hungaroring l’Aston Martin ha deciso di dar sfogo, lato Sebastian Vettel, ad una serie imbarazzante di errori che sono costati, anzitutto, la prima vittoria stagionale per il tedesco ed in assoluto per il team di Silverstone, il tutto senza nulla togliere alla poderosa prestazione senza sbavature di Ocon. E successivamente quello che ha portato alla squalifica della vettura numero 5, vanificando la gara magistrale del 4 volte Campione del Mondo per mancanza di carburante necessario a fine corsa. Ma il secondo errore è solamente una naturale conseguenza di ciò che è avvenuto nel pit stop.

Ma andiamo con ordine a ricostruire ciò che è successo in questa gara imprevedibile. Incredibilmente, dopo la bandiera rossa, Ocon e Vettel si sono ritrovati in testa alla corsa. Il tedesco ha sentito odore di vittoria, ma come è noto nel toboga ungherese la miglior opportunità di sorpasso, se il ritmo tra due vetture è sul filo dei decimi, è con un undercut.

Il muretto lo richiama al 36° giro per la sosta e per provare il sorpasso sull’Alpine, ma purtroppo per lui la fermata è lenta, 3,3 secondi. Ocon viene richiamato il giro seguente per non perdere tempo, visto che Seb sta spingendo forte, come ha sempre fatto in questi casi nella sua carriera, dando il tutto per tutto. Ma la crew francese è più veloce di ben 1 secondo rispetto a quella inglese, ed il giro out velocissimo del tedesco è vanificato.

Per i restanti oltre 30 giri l’alfiere Aston Martin ci ha provato in tutti i modi a prendersi la vetta, dimostrando di avere molto più passo rispetto a quello Alpine, visto che in tutto questo arco di gara è rimasto sempre negli scarichi del 31 con un distacco sotto il secondo.

Ocon rientra comodamente al comando, grazie allo sosta più lunga di Vettel causata dal team

Ma la doccia fredda finale è arrivata in serata. Infatti è stata rilevata un’infrazione nelle verifiche, che ha escluso Vettel dal GP d’Ungheria. Ma perché in precedenza ho asserito che questo errore sia collegato al primo? Semplicemente perché, se non fosse arrivato quell’errore al pit stop, Seb sarebbe finito tranquillamente in testa ed avrebbe vinto alla sua maniera, gestendo la gara e la macchina, senza aver nessun problema con il carburante.

Ciò che in moltissimi domenica scorsa in diretta mondiale hanno visto in pista, non stupisce chi segue da vicino le vicende AM e del tedesco. Perché semplicemente si è verificata una situazione che si è ripetuta per quasi tutti i primi 10 GP di questo mondiale, soprattutto lato Vettel, e cioè errori strategici od al pit stop a sfavore del numero 5.

La seconda posizione per la maggior parte dei suoi tifosi, forse anestetizzati dai pessimi risultati raggiunti negli ultimi due anni dal loro beniamino non certo per colpe sue, è stato un risultato da festeggiare come se fosse una vittoria, mentre la squadra è stata difesa a spada tratta.

Considerando che Hamilton, Verstappen, Bottas, Perez, Norris, Leclerc erano fuori dai giochi, altrimenti erano molto più veloci dei primi due, con un Latifi che ha fatto da tappo a Sainz nella prima parte di gara, era il caso di gioire, visto la colossale occasione sprecata che non capiterà più nel corso di questa stagione, oppure no?

Secondo il sottoscritto, tifoso del tedesco e che al termine della gara ed ancora adesso ripensandoci è furioso, non c’era niente da esultare in quanto la squadra verde ha nuovamente precluso, grazie ad un pessimo errore, un grandissimo risultato per Seb, che così non ha potuto cogliere il massimo risultato possibile.

Di podi ne ha fatti un’infinità e non se ne fa niente di uno in più. Ma di ritornare alla vittoria dopo due anni, visto che in questo lasso di tempo non ha mai avuto un’occasione nitida come questa, e portare la sua nuova squadra al primo storico successo, visto la velocità dimostrata in gara, sarebbe stato un qualcosa da celebrare per giorni, oltre che un risultato più che meritato. Invece si è assistito ad un replay delle gare dell’AM in questa stagione.

Sebastian Vettel corre verso il podio dopo aver parcheggiato la sua AMR21, per celebrare la seconda posizione che gli verrà tolta in seguito

La velocità in gara c’è, ma non si riesce a sopravanzare le vetture davanti visto che il divario è molto piccolo tra le squadre del midfield e si finisce il GP dietro ad un trenino di macchine. Il tutto costellato da un immancabile errore del team che non dà modo di recuperare terreno, oltre al grande handicap patito in qualifica sugli altri, visto che più in alto di un 8°/10° posto al sabato la macchina non lo permette.

Se lo vogliamo dire, l’unico “errore” commesso da Vettel è stato quello di scusarsi con il team per la mancata vittoria, lui ha fatto tutto perfettamente, quindi non ne aveva bisogno. È assolutamente inutile e deleterio continuare a difendere questa squadra. Bisogna avere la coerenza di criticarli visto che questi errori sono stati ripetuti frequentemente in questi mesi, oltre ad una mancanza di trasparenza sulla questione degli aggiornamenti della macchina.

Poi non è perché è stata rebrandizzata, allora significa che sia una squadra del tutto nuova, anzi tutt’altro, quindi sarebbe l’ora di finirla con questa scusa. E visto che l’ambizione, per loro stessa ammissione, è alta, ma la macchina quest’anno non lo permette, non gli si chiede chissà che, ma solamente dei pit stop decenti, cosa che anche la tanto bistrattata Williams negli ultimi anni era l’unica cosa in grado di fare perfettamente. Chi ora li appoggia incondizionatamente, avrebbe massacrato la Ferrari per gli stessi errori commessi, se il numero 5 fosse ancora a Maranello.

Di certo, come al contrario qualcuno ha detto, non serviva questa gara per dimostrare che il signor Sebastian Vettel lo smalto dei vecchi tempi non l’ha perso, e che quando gli si presenta l’occasione lui si fa’ trovare pronto. Team e macchina permettendo…

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