Gara emozionante e piena di phatos quella offerta dal tracciato russo. Ma andiamo a valutare ciò che il cronometro ha registrato nel midfield, andando a prendere in esame ciò che la gara ci ha offerto fino a quando la pista è rimasta asciutta, e cioè al termine della 46° tornata.
Posizione Finale | Pilota | 1° Stint | 2° Stint |
3° | Sainz | 42.262 (M) | 40.564 (H)* |
4° | Ricciardo | 42.050 (M) | 40.106 (H)* |
6° | Alonso | 41.464 (H) | 39.886 (M)* |
7° | Norris | 41.467 (M) | 38.420 (H)* |
11° | Stroll | 42.391 (M) | 41.167 (H)* |
12° | Vettel | 42.318 (M) | 40.360 (H)* |
13° | Gasly | 42.116 (H) | 40.313 (M)* |
14° | Ocon | 42.601 (M) | 41.031 (H)* |
15° | Leclerc | 41.579 (H) | 39.617 (M)* |
17° | Tsunoda | 44.353 (M) | 41.138 (H)* |
Nota: * lo stint viene considerato fino al 46° giro.
McLaren


Il team di Woking è andato vicinissimo a bissare il successo di Monza, questa volta con Norris, se non fosse stato per la pioggia arrivata nei giri finali. Il giovane inglese, dopo essere scattato per la prima volta in pole in F1, ha dimostrato veramente un passo incredibile, riuscendo a rispondere in modo autorevole alla rimonta di Hamilton nel finale, firmando il giro più veloce della gara.
Dopo una partenza incerta, è riuscito a sorpassare Sainz che l’aveva sopravanzato in curva 2 con un ritmo ed una gestione gomma superiore al ferrarista. Nel primo stint è stato più veloce di Leclerc (il terzo pilota più veloce del midfield) di 1 decimo con una mescola a favore ed il monegasco bloccato nel traffico, ma la differenza Norris l’ha fatta nel secondo stint con la bianca, facendo vedere quanto grande sia la differenza nel girare in aria pulita o sporca con queste vetture.
Infatti, prendendo sempre in esame il numero 16, la differenza tra i due con una mescola di differenza a vantaggio del ferrarista è stata di 1.2 secondi in questo run. E’ stato veramente un gran rammarico terminare solamente 7°, dopo tutto quello dimostrato nel weekend. Ma l’errore fatale nel rimanere in pista è sicuramente suo, ma anche del team che non si è imposto a sufficienza.
Pur girando quasi sempre in aria pulita, il passo di Ricciardo rispetto al compagno (con il quale ha condiviso la medesima strategia) è stato veramente disastroso e molto altalenante, prendendo paga nel primo (6 decimi di differenza), ma specialmente nel secondo in cui nel complessivo è stato più lento di ben 1.7 secondi. Ma alla fine della giornata la sua esperienza è venuta fuori, fermandosi nel momento giusto per montare le intermedie, e questo gli ha permesso di assicurare il miglior piazzamento di giornata alla McLaren.
Il team Papaya con la vittoria di Norris avrebbe potuto mettere una pietra tombale sulla lotta al 3° posto nel costruttori, che al contrario rimane ancora aperta, pur riuscendo ad allungare sulla Ferrari che ha visto salire si sul podio Sainz, ma un Leclerc fuori dalla top ten che si mangia le mani per non essere rientrato prima ai box, dopo la gran rimonta portata al termine dalla penultima posizione in griglia.
Ferrari


Il team di Maranello a dispetto delle previsioni si è ben difeso su questo tracciato ostico, merito anche del caos generato dalla pioggia, riuscendo a cogliere un podio importante con Sainz in ottica campionato costruttori. La Ferrari ha raccolto anche dei dati incoraggianti dalla nuova parte ibrida montata sul quarto motore endotermico di Leclerc (sostituzione che l’ha costretto a partire dal fondo) soprattutto in vista 2022.
Dopo il secondo posto guadagnato il sabato, con il suo ex compagno che gli ha soffiato la pole all’ultimo, Sainz è stato scaltro in partenza ed è riuscito a condurre la gara per una decina di giri, prima di doversi arrendere alla rimonta di Norris a causa del graining sull’asse anteriore che gli ha fatto alzare i tempi. Infatti, questo primo stint dello spagnolo, è stato più lento non solo delle due McLaren e del suo compagno, ma anche di Alonso e Gasly che erano, insieme al monegasco, sulla hard ed ai livelli delle due Aston Martin che si trovano nel traffico montando la medesima gomma.
A causa di questo problema è di un’elevata usura, è stato costretto a rientrare ai box molto in anticipo. Le cose non sono affatto cambiate nel secondo stint, anche a causa di questo stop molto anticipato, confermando i livelli della prima frazione di gara. Per fortuna la pioggia è arrivata in suo soccorso, facendogli mantenere un posto sul podio.
Il monegasco dopo una gran partenza, che lo ha proiettato rapidamente a ridosso della top ten (c’è da dire che anche in questo caso ha rilasciato completamente i freni rischiando di entrare in collisione con il suo ex compagno in Ferrari, tanto per cambiare, segno che la lezione dell’anno passato non gli è bastata per capire come ci si comporta in queste situazioni) ed una battaglia serrata con Vettel e Verstappen, ha dimostrato di avere un passo molto forte sintomo che il lavoro rivolto esclusivamente alla gara ha dato i suoi frutti, considerando che è stato più lento, di poco, solo di Norris che aveva la media e di Alonso con la stessa mescola.
Il secondo stint è partito in salita a causa di un errore al pit stop che l’ha fatto uscire nuovamente nel traffico del suo ex vicino di box in Ferrari, Russell, Ocon e Stroll, è questo gli è costato la possibilità di poter ambire ad una posizione migliore prima dell’arrivo della pioggia. C’è da dire che una volta liberatosi delle vetture più lente, il suo passo non è stato eclatante considerando la mescola media a sua disposizione, tant’è che Sainz non ha girato molto lontano dai suoi tempi con una gomma 20 giri più usurata. Poi, così come Norris, è arrivato il testacoda con le slick sull’acqua che l’ha escluso dalla top ten.
La Ferrari è rimasta in scia della McLaren su un tracciato ostico come quello russo, anche se in Turchia, nuovamente, dovrà giocarsela uno contro due visto che Sainz andrà in penalità montando la 4° PU.
Alpine


Per il team transalpino un weekend a due volti, buonissimo lato Alonso, disastroso lato Ocon, il quale continua ad offrire prestazioni molto altalenanti.
Lo spagnolo dopo un’ottima qualifica dove, a detta sua, ha perso qualcosa nelle ultime curve altrimenti sarebbe potuto partire più avanti, sfodera una strategia unica tra i piloti della top 10, partendo con la hard e prendendosi il rischio di perdere qualche posizione che avrebbe potuto rivelarsi fatale per il proseguo della gara. Invece, grazie ad un’ottima velocità di punta dell’A521 e le doti in partenza dell’asturiano, è riuscito addirittura a guadagnare una posizione.
Da lì, pur rimanendo alle spalle di Russell e Stroll, è riuscito a sfoderare il miglior passo del primo stint tra i piloti del midfield, più veloce (per qualche millesimo) anche di quello di Norris con una mescola di svantaggio. Non solo è stato un run molto costante e veloce, ma anche molto lungo considerando che la sosta è arrivata al 36° giro.
Però una volta indossata la media, così come accaduto a Leclerc, la prestazione non è stata brillantissima come ci si poteva attendere, segno che la vera gomma da gara fosse la bianca. Il perché è presto spiegato: siccome necessitava di rimanere in temperatura, date le basse temperatura, i piloti potevano permettersi di spingere molto di più per mantenere il range senza che la durata ne risentisse, visto che stiamo parlando della C3, la mescola media della gamma Pirelli.
Alla fine, per lo spagnolo, è arrivata una 6° piazza molto soddisfacente che permette all’Alpine di allungare sull’AlphaTauri fuori dai punti, nonostante Ocon sia terminato fuori dalla top ten. Il francese ha deluso totalmente con la sua scialba prestazione, rivelandosi il peggiore di tutti (tolto il rookie Tsunoda) sia nel primo stint con la gialla e sia con la bianca nel secondo stint (solo Stroll ha fatto leggermente peggio con la stessa mescola in quel run), prendendosi ben 7 decimi da Vettel e Gasly in questa fase di gara.
Ocon dovrebbe trovare una costanza di rendimento perché passa, molto facilmente, da degli acuti incredibili a dei bassi importanti.
AlphaTauri
Quando bisogna parlare del team di Faenza si valuta solamente Gasly, considerando che Tsunoda anche in questo caso è sprofondato nei bassifondi della classifica risultando il peggiore di tutti, facendo vedere che è ancora molto acerbo ed al momento non può dare molto alla causa AlphaTauri. A dire la verità in questo weekend neanche il francese ha brillato più di tanto, né in qualifica e né, specialmente, in gara.
Al sabato ha mancato l’accesso al Q3 e la domenica la carta di partire con le hard non ha fruttato, visto che ha perso diverse posizioni al via che non è riuscito più a recuperare nel corso della gara. Nel primo stint è riuscito a girare non troppo lontano da Ricciardo e più veloce di Sainz, ma nel secondo stint ha fatto registrare dei tempi abbastanza alti considerando la mescola media.
Il tutto condito, per finire, da un’errata chiamata ai box nel momento decisivo del GP, quando è arrivata la pioggia.


Prima di continuare l’analisi con l’Aston Martin, permettetemi una digressione che ha a che fare, in qualche modo, proprio con il team di Silverstone.
Il mio ultimo articolo riportava un personale pensiero sulla possibile scelta futura di Vettel, prendendo spunto dai team radio della gara di Monza, quello che il tedesco aveva detto nelle conferenze stampa precedenti ed anche ciò che disse un anno fa sul cosa lo spingeva a rimanere in F1.
Mi è stato fatto vedere che sono state mosse diverse critiche, indirette, sul suddetto articolo. Chiunque si appresti ad assumere il ruolo di articolista/opinionista in un blog, è tenuto ad accettare le critiche costruttive sulla tecnica di scrittura e sul fatto che ci potrebbe essere qualche lettore che non si trovi d’accordo con quanto scritto e farne tesoro per migliorare in futuro.
Ed ovviamente io, che ho iniziato da poco, non sono esente dall’agire in questo modo. Ma quello che non tollero, e mi ha dato particolarmente fastidio, sono state le critiche sul come esercito il mio tifo in base al suddetto articolo scritto qualche settimana fa.
Chi mi conosce sa che sono tifoso di Sebastian Vettel, e quanto sia legato ancor prima alla persona che al pilota, ammirando moltissimo anche il suo talento da conducente. E se ho scritto quello che ho scritto è semplicemente perché conosco perfettamente quanto ancora possa dare in pista, e non merita di finire la sua carriera nei bassifondi della classifica con una macchina scadente ed un team ancora acerbo.
Ma purtroppo ormai, specialmente su Twitter, è prassi attaccare, anche all’interno dello stesso gruppo di tifo, chi la pensa diversamente dalla massa, tacciandolo come “infedele” oppure che non ha fiducia nel proprio pilota od è un tifoso che si arrende facilmente alle prime difficoltà incontrate dallo stesso, facendo sì che una persona poi abbia paura ad esprimere le proprie opinioni su quel social. Queste frasi me le sono sentite dire parecchie volte in questi ultimi mesi ma ora basta, sono arrivato oltre il limite di sopportazione nel sentirmi accusare di questo.
Consiglio, prima di parlare, di conoscere approfonditamente una persona ed il suo trascorso perchè con me si casca molto male. Seguo la F1 da oltre 20 anni e sono stato un inossidabile ferrarista prima di essere affascinato dalle qualità umane e di conducente di Seb nel 2015. Sono diventato esclusivamente tifoso del tedesco dopo Hockenheim 2018, mettendomi contro l’intera famiglia che tifa il Rosso di Maranello, questo giusto per far capire quanto io sia arrendevole o non creda nelle qualità di Seb, come qualcuno afferma…
Chiusa questa parentesi, doverosa, continuiamo con l’analisi gara del team verde.
Aston Martin


Per la squadra di Silverstone ennesimo weekend in cui è stata sprecata al vento un occasione di fare qualcosa di importante sia il sabato e di conseguenza la domenica, a causa di errori di valutazione dei piloti e del team, ma anche per la sfortuna che in questo caso ci ha messo lo zampino.
Vettel aveva dimostrato in tutte le sessioni di libere disputate a Sochi, ed in Q1 bagnata, di avere mezzo secondo su Stroll, ma nel momento clou del Q2 ha commesso un errore di valutazione scegliendo di rimanere in pista, anziché rientrare a montare delle nuove intermedie.
Purtroppo sbagliano anche i migliori, perché continuare a girare con un’intermedia vecchia e tenersene un’altra nuova (visto che ne aveva risparmiata una già in Q1) è stato un azzardo inutile. Infatti chi lo ha messo out sono stati quei piloti che sono rientrati a montare l’intermedia fresca.
Ma qui anche il team avrebbe dovuto avvisarlo della mossa dei colleghi, perché il passo tenuto fin lì gli avrebbe potuto dare l’opportunità di giocarsi la pole in Q3 o quanto meno una delle prime due file, per poi sfruttare il motore in partenza. Invece ancora una volta è stato costretto a partire a centro gruppo, in aria sporca, nonostante un alto potenziale.
In gara, nel primo stint, ha dato vita ad un duello duro con il suo ex compagno di squadra, facendogli perdere il gancio del DRS fornitogli da Raikkonen (ancora una volta l’AMR21 ha palesato le sue difficoltà di sorpassare le Alfa Romeo e le Williams). A quel punto si è visto sopravanzare prima da Verstappen e poi da Leclerc, inevitabilmente lasciando dei secondi preziosi per strada.
Nonostante questo, ha dimostrato di essere più veloce di Stroll nel primo stint, confermando quanto visto nelle libere, in generale un trend che dura ormai dal GP di Spagna, e non lontanissimo da Ricciardo e Sainz che erano molto più avanti in aria più libera.
Ma è nella seconda parte di gara, come sempre accade e come è capitato spesso e volentieri nelle ultime gare, montate le hard che, sbarazzatosi finalmente di Raikkonen, fa vedere il suo reale ritmo molto più veloce di Stroll di ben 2 secondi (stessa cosa successa a Zandvoort) e dei piloti davanti.
Ed infatti li va a riprendere uno ad uno riuscendo a superare addirittura il suo vicino di box il quale, per non interrompere una tradizione che ormai dura da ben tre gare consecutive, lo colpisce mettendolo a muro. Fortunatamente nessun danno per entrambi.
Come altri colleghi, l’esperienza nel non commettere errori nelle condizioni difficili viene fuori e giustamente prova a prendersi l’azzardo di terminare la gara con le slick sul bagnato per provare a finire più in alto in classifica. Azzardo che purtroppo non paga, anzi senza pioggia sarebbe stato un ritorno ai punti (in P9) che manca dal lontano GP di Francia.
E’ stato molto sfortunato nell’ultima parte, ma tutto parte dal sabato. Senza quell’errore avrebbe potuto giocarsi la possibilità di vincere il GP o finire facilmente sul podio.
Per quanto riguarda Stroll weekend abbastanza disastroso nel complesso. Continua a prendere una paga importante dal compagno di squadra (ancora una volta salvato solo da ciò che è accaduto in qualifica), per poi crollare in maniera del tutto inspiegabile nelle fasi finali di gara. Infatti, nel secondo stint da Vettel prende ben 8 decimi di distacco sul passo. Il tutto culminato da una penalità di 20 secondi per essere andato al contatto con Gasly, dopo quello con Seb.
Come già detto nelle settimane passate, all’AM non è rimasto molto da chiedere in questo campionato, visto che la 5° e la 6° posizione nel mondiale sono lontane, ma almeno gli si chiede di terminare in modo degno la stagione cercando di centrare le opportunità che si presentano, qualità che è quasi mancata totalmente nel 2021.