Da oggi inauguriamo questa rubrica dove andrò ad analizzare i vari passi gara delle squadre del midfield, sia per quanto riguarda quello che verrà fuori durante le prove libere 2 e sia per quello in gara.
Primo Stint





Nel primo stint hanno montato tutti la S usata, tranne Ocon, partito quasi in fondo con S nuova, Vettel partito con M nuova (che proverà una strategia ad una sosta essendo partito ultimo a causa di una discussa penalità), e Gasly. Il francese era partito con una M usata e poteva rappresentare una mossa strategica molto importante, ma il tutto è stato vanificato a causa del contatto con Ricciardo in curva 5, nel quale ha riportato la rottura dell’ala anteriore della sua AlphaTauri, e si è visto costretto ad una sosta ai box con conseguente cambio di strategia, optando per una hard nel tentativo di allungare il primo stint.
Lo stint è stato particolarmente corto per quasi tutti, nonostante le interruzioni nei primissimi giri con SC e VSC, ma era una situazione preventivata visto che la S non era particolarmente adatta a questo tracciato come gomma da gara. Il valzer dei pit stop è iniziato intorno al 12° giro con Stroll, Leclerc e Norris, un giro più tardi per Ricciardo ed Ocon, mentre Sainz è stato l’unico con la S ad allungare ed arrivare al 15° giro. Per Gasly la seconda sosta è arrivata al 19° giro, mentre per Sebastian Vettel il momento della sua unica sosta arriverà solamente al 24° giro, anche se essendo stato costantemente in battaglia non c’è molto da segnalare, forse si poteva allungare un altro po’ visto che nell’ultimo giro fatto prima della sosta girava solamente 1 secondo più lento rispetto ad altri con gomma fresca.
Dalla media dei passi in questo primo stint effettuato con le S viene fuori che la differenza tra le varie squadre è di un paio di decimi, infatti quasi tutti sono rimasti sul 37. Il più veloce è stato Norris con 37.4, seguito da Stroll staccato di pochi millesimi (appena 55), e più dietro staccati di un paio di decimi ci sono Sainz e Ricciardo (entrambi sul 37.6). Un po’ più in difficoltà Leclerc, il quale ha subìto diversi sorpassi che hanno influenzato sui tempi sul giro, e Tsunoda (anche lui in lotta per cercare di recuperare posizioni), il primo con un passo sul 37.8 mentre il secondo sul 37.7.
Buono il ritmo di Gasly con H che è stato addirittura più veloce di appena 20 millesimi rispetto al compagno di squadra. Chi invece è apparso in netta difficoltà è stata l’Alpine con Ocon, che al termine del primo stint è stato l’unico di quelli con gomma rossa ad aver girato sopra il 38, precisamente 38.1. Va detto che anche lui, così come per Leclerc e Tsunoda, era in battaglia, ma in quei pochi giri puliti che ha avuto non è mai riuscito a scendere sotto il 37.8, sintomo che al momento la vettura francese è quella che chiude il gruppo di centro. Evito di prendere in esame il suo compagno di squadra, Alonso, visto che si è ritirato al 32° giro ed entrambi gli stint erano comunque peggiori del francese.
Secondo Stint





Dopo la prima tornata ai box tutti quanti hanno montato una M nuova, tranne Gasly che non ne aveva più nuove ed ha optato per una usata, e Vettel che ha montato una H nuova, ma il suo secondo stint lo valuteremo più avanti nel terzo stint.
La seconda tornata di pit stop è iniziata al 28° giro con Stroll richiamato un po’ prima degli altri per cercarsi di inventare qualcosa e provare a recuperare terreno. Infatti in questo secondo stint ha palesato le attuali difficoltà dell’Aston Martin rispetto alla concorrenza, che si sono viste sin dai test. Il canadese è stato l’unico, insieme ad Ocon (che si è fermato al 31° giro per l’ultima sosta), a vedere il suo passo oltre il 37. Le soste per gli altri ci sono state tra il 32° e 39°, con Gasly che è stato l’ultimo a fermarsi. Ancora una volta la macchina più veloce in questa lotta, si è dimostrata la McLaren di Norris con uno strepitoso e solido passo in 36.3. L’inglese è stato un martello sul 36 medio-basso.
La Ferrari con Leclerc, che ha visto le prestazioni migliorare rispetto al proprio teammate in questo stint, ha girato quasi 2 decimi da Norris, ma il suo stint è stato molto ondivago. Ancora una volta Sainz e Ricciardo hanno girato sullo stesso identico passo, questa volta insieme anche a Gasly che aveva la loro stessa mescola, e cioè in 36.6. Un decimo più lento il rookie giapponese Tsunoda, che è stato autore anche di alcuni sorpassi degni di nota. A chiudere il gruppo nuovamente è stato Ocon, che ha visto assestarsi il suo passo addirittura in 37.3, beccandosi 3 decimi dall’Aston Martin, ma ben 1 secondo dalla McLaren.
Terzo Stint





Entriamo ad analizzare l’ultima fase di gara di questa spietata lotta nel midfield.
Questa volta tutti quanti hanno montato la medesima gomma, una H nuova. Da questo ultimo stint di gara vengono fuori dei risultati molto importanti. Questa volta la vettura più veloce non è più Norris, ma bensì Gasly. Il francese ha mostrato di cosa l’AlphaTauri fosse capace, girando su un impressionante passo sul 34.4 e girando costantemente sul 34 basso prima del ritiro avvenuto al 52° giro, forse per salvare le componenti della PU Honda. Se non fosse stato coinvolto in quell’incidente, molto probabilmente, sarebbe stato lui ad agguantare il 5° posto finale. È vero che rispetto agli altri ha montato quella gomma più tardi, ma neanche tanto, visto che Sainz l’ha montato solo un paio di giri prima ed ha girato sul 35.0, risultando di 13 millesimi più lento del passo tenuto da Norris.
Entrambi sono risultati molto veloci rispetto ai propri compagni di squadra, girando spesso sul passo del 34 medio-alto, cosa che a Leclerc e Ricciardo non è mai riuscita. Infatti il monegasco ha girato in 35.4 mentre l’australiano in 35.5. Ma se per Ricciardo c’è un attenuante importante (dopo la gara i tecnici McLaren, confermato dal TP Seidl, hanno trovato un danno sul fondo della monoposto n°3 dopo il contatto con Gasly in avvio di gara), per il monegasco non c’è ne sono, questo significa che dal suo lato c’è del lavoro da fare soprattutto sulla messa a punto e sulla gestione gomme, vero tallone d’Achille di Leclerc al momento.
Più staccato di un altro decimo c’è Tsunoda, il quale però prima di arrivare negli scarichi di Stroll nel corso del 52° giro ed iniziare la battaglia per la 9° posizione, ha un passo sul 35.3, il che significa che poteva ambire ad una posizione migliore di quella finale.
Dietro tutti, a confermare le difficoltà patite durante il weekend ed i test, ci sono Aston Martin con Stroll, accreditato di un passo sul 36.1, ed Alpine con Ocon che ha avuto una media su un pessimo 36.6. Per il canadese, come per Tsunoda, se andiamo a prendere i tempi fino al 51° giro c’è un miglioramento del passo di un paio di decimi, ma la forbice di gap rispetto a Norris si è ampliata di ulteriori due di decimi, arrivando a 9 decimi in questo stint. Mentre per Ocon c’è da escludere il giro in cui ha perso 10 secondi per via del tamponamento subito da Vettel in curva 1. Le cose per lui migliorano di 5 decimi ed il suo passo in questo stint finale è stato di 36.1.
Il passo nel run finale di Sebastian Vettel merita una riflessione a parte. Il tedesco è stato in difficoltà in tutto il weekend non riuscendo a trovare il giusto feeling con la nuova monoposto (sfortunato anche per quello che è successo nelle qualifiche, aggravato il tutto da una penalità discutibile), non bisogna scordare che tra i 20 piloti è stato l’unico a girare veramente pochissimo sia nei test collettivi (a causa di due noie meccaniche che gli hanno fatto racimolare poco più di un centinaio di giri, cioè niente) e sia non avendo possibilità di girare con monoposto di almeno due anni più vecchie, come consente di fare il regolamento.
Questo handicap l’ha pagato tutto nel primo fine settimana in verde, infatti per lui possiamo prenderlo come una prosecuzione dei test per scoprire meglio la vettura e tutte le nuove procedure. Il suo passo finale è stato su un disastroso 37.1, che migliora di appena un decimo se andiamo a togliere il giro dell’incidente.
Riflessioni finali










Quali conclusioni possiamo trarre dall’analisi di questo 1° GP stagionale?
Che al momento la macchina più completa, sia sul giro secco che sul passo gara, non è la McLaren, come è risultato dalla classifica finale, ma bensì l’AlphaTauri. E c’è lo dimostrano due fatti, entrambi grazie a Gasly: il primo è che il giovane francese è stato l’unico del midfield a riuscire a superare la tagliola del Q2 con le M, il secondo è il passo strepitoso dimostrato nel terzo stint. Solo la sfortuna ha impedito alla scuderia di Faenza di raccogliere a Sakhir quanto dovuto. Dietro di loro, staccata di poco, c’è sicuramente la McLaren, che intanto, nonostante il problema con Ricciardo, ha fatto vedere delle buone cose in gara con Norris, dopo che in qualifica è stata un po’ una delusione.
Per quanto riguarda la Ferrari con il nuovo motore si è tornati ad essere si competitivi sul giro secco (e non poteva essere altrimenti ma non bisogna dimenticare che anche nel 2019 lo era), ma ci sono un po’ di problemi da risolvere in gara, proprio come nel 2019. Il Bahrain è comunque una pista favorevole per la Ferrari, basti andare a rivedere l’albo d’oro della gara, quindi al momento il giudizio è sospeso, ma le prossime tre gare saranno un banco di prova molto importanti per capire se la Scuderia potrà ambire realmente al 3° posto nel costruttori. Ancora una volta quando bisogna gestire le gomme Leclerc va in difficoltà, mentre Sainz ha dimostrato di potere fare questo lavoro molto meglio rispetto al nuovo compagno, infatti ha potuto allungare il primo run su buoni tempi, e questi dati erano comunque già emersi nei test.
L’Alpine conferma le previsioni di moltissimi all’indomani della presentazione, e cioè che è una monoposto nata “vecchia” con pochissime innovazioni, un motore non all’altezza che sporca anche l’aerodinamica, visto che ha bisogno di un cofano molto giunonico. Alonso era riuscito, il sabato, a portarla in un’insperata Q3, ma in gara si è dovuto arrendere a causa di un sacchetto di plastica che si è infilato nel condotto d’aria dei freni, costringendolo al ritiro. Ma aldilà di questo, entrambi i piloti si sono dimostrati lontanissimi dal poter lottare con gli altri concorrenti alla terza posizione del mondiale costruttori e la possibilità di poter ripetere i 3 podi della passata stagione. Si prospetta una stagione di transito ad Enstone.
Ed ora veniamo alla grandissima delusione di questo avvio di mondiale 2021: l’Aston Martin. Alzi la mano chi credeva in un avvio del genere della squadra che l’anno scorso aveva sfiorato la 3° posizione nel costruttori cogliendo pole, vittoria e podi. Detto in precedenza di Vettel (per inciso, secondo me ha ricevuto delle critiche assurde quando, è bene ricordarlo, siamo solo alla prima gara di 23, quindi la strada è ancora lunga, non dimenticando che il bello di questo progetto partirà dalla prossima stagione), neanche Stroll ha potuto far granchè durante tutto il fine settimana, però si può consolare con il punto della 10° posizione, ed in una battaglia così serrata ogni punto vale oro.
La sensazione, così come per Mercedes, è che a Silverstone dovranno analizzare attentamente i dati di questo fine settimana e mettere tutto insieme, per trovare la quadra che serva a sbloccare il potenziale dell’AMR21. Sembra che da questo cambio regolamentare abbiano pagato un caro prezzo, però le innovazioni ci sono, andranno solo capite come farle funzionare al meglio. Risolto questo, potrebbero veramente dare una scossa importante a questa lotta nel midfield.
Ma sono certo che già ad Imola vedremo una Aston Martin completamente diversa ed un Vettel molto più a suo agio che, insieme a Stroll, potranno tornare a dire la loro nelle parti altissime del midfield.