Posizione Finale | Pilota | 1° Stint | 2° Stint (Pre SC) | 2° Stint (Post SC) |
2° | Vettel | 47.920 (S) | 46.537 (H) | 45.517 (H) |
3° | Gasly | 47.927 S | 46.963 (H) | 45.849 (H) |
4° | Leclerc | 48.367 S | 47.101 (H) | 45.984 (H) |
5° | Norris | 49.294 S | 46.978 (H) | 46.241 (H) |
6° | Alonso | 48.972 S | 48.091 (H) | 46.731 S |
7° | Tsunoda | 48.812 S | 46.903 (H) | 46.013 (H) |
8° | Sainz | 48.279 S | 47.256 (H) | 46.352 (H) |
9° | Ricciardo | 48.975 (S) | 47.070 (H) | 46.478 (H) |
DNF | Stroll | 46.510 (H) | —– | —– |
Legenda: (S) = gomma nuova; S = gomma usata.
Alpine


Per il team transalpino è stato un weekend estremamente complicato anche a Baku, dopo le difficoltà incontrate tra le stradine del principato. A dispetto del 6° posto finale colto da Alonso, grazie alle sue abilità di cogliere l’opportunità fornitegli dopo la ripartenza per la bandiera rossa, quello che non ha convinto è il passo gara.
Se in qualifica la Q3 è arrivata anche in questa occasione, il passo dimostrato dall’asturiano è stato disastroso in tutte le fasi di gara, risultando il peggiore in assoluto delle squadre di centrocampo, sia con soft ad inizio gara, che con le hard nella parte centrale del GP.
Poco da dire su Ocon, il francese non è riuscito ad entrare in Q3 il sabato, mentre la domenica è stato costretto al ritiro dopo pochissimi giri. L’Alpine piano piano, dopo alcune cose interessanti che era riuscita a mostrare nelle settimane passate, sembra essersi sciolta. Probabilmente la vettura non digerisce i cittadini (e per loro fortuna Baku era l’ultimo), ma anche le piste ad alto carico.
Ora è obbligatorio riscattarsi, visto che il prossimo appuntamento sarà a Le Castellet, GP di casa.
McLaren


Per la sesta volta consecutiva in casa McLaren si respira un’aria contrastante. Se da una parte c’è un solido Norris, dall’altra c’è un Ricciardo che sembra essere disperso ed in perenne crisi tecnica. L’inglese, che al sabato ha rimediato una penalità di tre posizioni per aver infranto la procedura in regime di bandiera rossa (ironia della sorte causata dal suo stesso compagno) è stato, quindi, costretto a parte in P9.
In gara ha avuto moltissimi problemi con le soft, infatti non solo ha fatto registrare il peggior passo con quella copertura, ma ha di fatto aperto le danze per i pit stop, essendo stato il primo a fermarsi ed a montare le gomme hard. Con la mescola bianca le cose sono andate meglio, soprattutto prima della SC, rispetto alla concorrenza, ma nella seconda parte ha fatto fatica a scendere sotto al 45 con costanza e regolarità , rispetto a chi lo precedeva.
Per Ricciardo una qualifica terminata a muro in Q2, che ha negato a lui, ed altri, l’opportunità di provare l’assalto al Q3, partendo così in P13. In gara nel primo stint riesce ad allungare leggermente rispetto a Norris, risultando leggermente più veloce dell’inglese di 3 decimi complessivamente, confermando però che la Papaya con le rosse, nelle primissime fasi di gara, ha faticato moltissimo rispetto al gruppo di centrocampo. Per l’australiano da registrare la stessa situazione del suo teammate una volta indossate le gomme bianche. Ma in questo caso girando più piano di Norris di 1/2 decimi di media sul passo.
A dir la verità ci si aspettava molto di più dalla McLaren in questo fine settimana, visto il lungo rettilineo e le caratteristiche del tracciato che si dovevano adattare alla MCL35M. Invece la Papaya è andata in difficoltà nella gestione gomme, soprattutto nel portarle in temperatura, come testimoniano i giri out dai pit e quelli dopo la ripartenza dalla SC.
La questione ben più grave al momento è quella di un Ricciardo che non riesce ad adattarsi alla MCL35M, e la Ferrari ne ha approfittato per prendere per la prima volta il terzo posto nel mondiale.
Ferrari


La Rossa di Maranello sembra essere tornata in versione seconda metà del 2019, quando riusciva a fare le pole, anche in tracciati dove in alcune sezioni serviva del carico, ma poi in gara faceva fatica a gestire le gomme.
E questa situazione si è confermata anche in questo caso. La pole di Leclerc (bisogna dire che è stato anche fortunato a trovare la scia di Hamilton al momento giusto, perché poi in gara si è visto quanta fatica facesse nell’ultimo settore senza una scia) ha dato delle false speranze ai tifosi, ma non agli addetti ai lavori che sapevano che in gara la storia sarebbe stata ben diversa.
Sainz, invece, è stato sfortunato nuovamente a trovare una bandiera rossa nel secondo tentativo del Q3, altrimenti la prima fila era alla portata. In gara Leclerc nel primo stint con la soft ha faticato parecchio, anche più di Sainz.
Passati alla gomma hard il passo Ferrari, con entrambi i piloti, si è rivelato essere lontano da quello McLaren di circa un paio di decimi tra le due coppie di piloti, con Sainz che poco dopo essere rientrato in pista con la nuova mescola, è andato lungo in approccio di curva 8, perdendo diverse posizioni. Dopo la ripartenza dalla SC il passo delle due SF21, si è rivelato molto costante, e più veloce di quello McLaren, sul 45.
La sensazione è che la Ferrari abbia voluto privilegiare una maggior velocità di punta, scegliendo un’ala posteriore più scarica, e questa scelta, alla fine, pare non avere portato i risultati sperati, con entrambi i piloti che si sono trovati in difficoltà nella gestione delle gomme, anche se la macchina, nel momento in cui i serbatoi si sono scaricati, è sembrata essere più performante.
AlphaTauri


La scuderia di Faenza è ritornata competitiva riuscendo a terminare la gara sul podio, dopo alcune gare di sofferenza, ma questa prestazione ritrovata potrebbe essere ascrivibile alla tipologia di tracciato, perché in quelli dove occorreva avere del carico, ha faticato.
Finalmente entrambi i piloti nella top ten il sabato, con uno strepitoso Gasly che si è giocato la pole fino al momento di immettersi sul rettilineo finale, cogliendo un prezioso 4° posto, mentre il rookie Tsunoda assapora per la prima volta in F1 la Q3 in qualifica (P8, diventata P7 con la penalizzazione di Norris), nonostante il l’incidente che ha fatto chiudere anzi tempo le qualifiche.
Per Gasly, molto solido e veloce il passo con la soft, l’unico a non avere problemi con questa mescola tra quelli che si sono fermati subito, risultando il secondo passo più veloce, più lento solo di quello di Vettel di appena 7 millesimi. Per Tsunoda, invece, qualche problema di troppo, tanto che il suo passo si è rivelato 1 secondo più lento del compagno, complice anche l’essere stato moltissimo nello scarico di Alonso.
Montate le hard entrambi hanno dimostrato, di fatto, lo stesso passo medio prima dell’ingresso della SC, anche se il giapponese, che nel frattempo aveva subito l’overcat da Vettel, si è dimostrato più veloce del francese nella parte centrale. Una volta ripartiti, dopo la SC, i ruoli si sono invertiti con Gasly che girava più veloce di Tsunoda, sul passo del 45 basso, a differenza del giapponese che girava sul 45 alto.
Gasly alla fine è riuscito ad acciuffare un podio incredibile, il terzo per lui ed il 4 in totale per l’AlphaTauri, mentre Tsunoda ha terminato la corsa in 7° posizione (miglior piazzamento assoluto per lui), portando punti pesanti per la classifica costruttori, anche se l’Aston Martin ormai è a sole 2 lunghezze. C’è da lavorare soprattutto nei tracciati da carico, altrimenti sarà difficile mantenere la 5° piazza, che sembrerebbe il risultato migliore a cui potrebbe ambire al momento l’AlphaTauri.
Ma sicuramente questo podio, ed il weekend buono per Tsunoda, daranno fiducia alla squadra per il proseguo.
Aston Martin


Ed ora veniamo alla rivelazione del weekend di Baku, e cioè l’Aston Martin. Il team inglese ha veramente impressionato tutti per il passo mostrato in gara da entrambi i piloti, praticamente a livello di Red Bull e Mercedes in alcune fasi di gara. Eppure sembrava essere un weekend in salita dopo le prove del sabato, con Stroll che l’ha messa a muro e Vettel che aveva mancato l’accesso dal Q3 (chiudendo P11) per soli 29 millesimi, scaricando tutta la sua rabbia e carica nel team radio. Ma forse, riascoltandolo ora, era solo il preludio a quello che il team di Silverstone ci avrebbe regalato 24 ore dopo.
Entrambi hanno avuto la scelta libera sulla gomma con cui affrontare la prima parte di gara. La scuderia inglese ha deciso di diversificare le strategie con Vettel partito con la soft nuova, mentre Stroll con una hard (visto che partiva in penultima piazza), per cercare di allungare lo stint il più possibile.
Il passo di Stroll con la bianca è stato veramente impressionante, specialmente poco prima che la posteriore lo abbandonasse ad oltre 300 km/h sul rettilineo, innescando un incidente pauroso. Il canadese, considerando che le sue gomme avevano 30 giri ed aveva girato con alto carico di carburante, ha fatto registrare un passo medio di 46.5, molto solido e costante, visto che solo dopo una decina di giri ha iniziato a girare su quel passo.
Per quanto riguarda il 4 volte campione tedesco, quello che ha sbalordito in molti è stato il passo tenuto con la soft, ma soprattutto la lunghezza del primo run: ben 18 giri. Il che significa aver effettuato ben 10 tornate in più della concorrenza con la mescola più morbida, ma soprattutto tenendo un ritmo inarrivabile per gli altri, visto che è andato costantemente a scendere ogni giro fino ad arrivare al 46.5 nel passaggio precedente al rientro ai box. Questo gli ha permesso di registrare un passo medio sul piede del 47.9, il migliore in assoluto tra chi ha montato la gomma rossa ad inizio gara.
Grazie alla capacità di Vettel di preservare le gomme ed al passo che ha avuto negli 8 giri in più effettuati rispetto a Tsunoda (che gli era davanti) l’AM ha potuto attuare l’overcut, come a Monaco ma in quell’occasione fu a discapito del suo compagno in AlphaTauri, per uscire davanti al rookie giapponese. Una delle capacità che hanno permesso ciò, rispetto agli altri team, è stata quella dell’AMR21 di mandare subito in temperatura le gomme, permettendo a Seb di ritornare a girare, già nel giro d’attacco, al millesimo rispetto alla tornata antecedente la sosta.



Da lì ha dimostrato un passo impressionante, per tempo e per costanza, anche con le hard, girando leggermente più veloce anche di Leclerc e Gasly che gli erano davanti, entrambi a poca distanza. Prima della SC Vettel ha fatto registrare un passo di 46.5, ben quasi mezzo secondo più veloce rispetto a Gasly e 6 decimi rispetto a Leclerc.
Alla ripresa della gara dopo la SC, effettuati i sorpassi su i due piloti appena citati, il numero 5 ha finito di mostrare di cosa era capace di fare la sua Honey Ryder domenica pomeriggio, sfoderando un incredibile passo sul 45.5 (confermando i distacchi di mezzo secondo di passo con il francese ed il monegasco, a vantaggio del tedesco) con due giri addirittura sul 44 alto, cose che i due piloti che lo seguivano non sono riusciti a replicare. Vettel, in fin dei conti, non aveva un ritmo molto lontano rispetto all’allora trio di testa, segno che il passo mostrato per tutto l’arco della gara è stato molto competitivo.
Alla bandiera a scacchi Seb è riuscito ad agguantare il secondo posto (primo podio della storia in F1 per il prestigioso marchio inglese), rilanciando le sue aspirazioni e quelle della squadra nel mondiale costruttori, confermando gli importanti passi avanti fatti dall’Aston Martin nelle ultime tre gare, avvalorati anche da quanto mostrato da Stroll.
Sintomo che a Silverstone pare abbiano finalmente trovato la quadra per far funzionare al meglio l’AMR21, sia a livello aerodinamico, ma soprattutto meccanico. A quanto sembra l’ala posteriore usata parrebbe essere più scarica di quella della concorrenza, ed a questo punto l’ottimale gestione e la rapida entrata in temperatura delle gomme, avuta da entrambi i piloti, potrebbe essere merito di un ottimale grip meccanico.
Ora li attende un esame importante, quello del Paul Ricard. Se la performance esibita in Azerbaijan, grazie ad un Vettel che ormai è un tutt’uno con la sua nuova monoposto, dovesse essere confermata anche in terra francese, allora il team verde di Silverstone potrà riprendersi il ruolo che tutti gli addetti ai lavori gli avevano riservato prima dei test invernali.