Formula 1 | Confronto passi gara GP Arabia Saudita 2022

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

Terminato il primo back to back in quel di Jeddah, andiamo a scoprire quali sono stati i verdetti usciti dal tracciato saudita.

Dopo la prima gara, che ha stilato la prima stima dei valori, c’era moltissima attesa per vedere se il Jeddah Corniche Circuit confermasse le performance oppure le modificasse. Andiamo a scoprire insieme qual’è stato il verdetto del più veloce cittadino al mondo.

Posizione FinalePilota1° Stint2° Stint (Pre VSC)*2° Stint (Post VSC)
1°Verstappen34.974 (M)33.209 (H)32.443 (H)
2°Leclerc34.855 (M)33.137 (H)32.558 (H)
3°Sainz35.161 (M)33.474 (H)32.272 (H)
4°Perez34.737 (M)33.652 (H)32.336 (H)
5°Russell35.906 (M)34.213 (H)33.459 (H)
6°Ocon37.006 (M)35.283 (H)33.795 (H)
7°Norris37.391 (M)35.454 (H)33.582 (H)
8°Gasly37.224 (M)35.664 (H)33.895 (H)
9°Magnussen36.879 H35.129 H33.226 (M)
10°Hamilton36.842 H34.851 H34.149 (M)
11°Zhou37.202 (M)36.767 (H) / 34.722 H**34.562 H
12°Hulkenberg37.525 H36.202 H34.613 M
13°Stroll37.934 M36.124 H34.876 H***
14°/DNFAlbon38.333 (M)36.184 H34.728 H***
DNFBottas36.745 (M)35.251 (H)—–
DNFAlonso36.696 (M)35.106 (H)—–
DNFRicciardo38.295 (M) / 35.888 (H)35.571 (H)—–
DNFLatifi38.299 (M)—–—–
Legenda: (S), (M), (H) = Gomma Nuova; S, M, H = Gomma Usata;
Note: * Stint dal 21 al 37 giro; ** Stint dopo il drive through; ***Stint dal 41 al 47 giro;

Ferrari e Red Bull al top

Verstappen e Leclerc in lotta per la vittoria

Per quanto riguarda le due squadre al vertice, abbiamo avuto la conferma che al momento Ferrari e Red Bull fanno un campionato a parte. Pur con filosofie e scelte aerodinamiche diametralmente opposte, le due monoposto sono, al momento, allo stesso livello.

Leclerc e Verstappen di un altro livello

I due piloti che si sono contesi la vittoria finale, Leclerc e Verstappen, hanno girato non lontani dai tempi fatti segnare da Perez durante il primo stint. Ma dopo che la SC ha lasciato la pista, hanno sfoderato un passo inarrivabile per i loro compagni di squadra. I due classe 97′ hanno iniziato una gara di ritmo, facendo segnare tempi quasi in fotocopia. Anche se in questo frangente il monegasco è stato più veloce dell’olandese, riuscendo ad aprire un gap oltre il secondo. Questo gli ha permesso di evitare attacchi dal campione del mondo con il DRS.

Il piano stava funzionando quando, a poco più di 10 giri dal termine, è stato attuato il regime di VSC per i ritiri di Alonso e Ricciardo. In quella fase Verstappen è riuscito a scendere sotto il secondo. I due hanno dato vita ad una battaglia spettacolare che, inevitabilmente, è coincisa con l’innalzamento dei tempi. Ma il #33, grazie ad una velocità di punta superiore (ed al DRS), è riuscito a finalizzare il sorpasso. Leclerc non ha mollato. Anzi è rimasto attaccato agli scarichi della RB18, riuscendo a siglare il giro veloce. E solo una bandiera gialla al penultimo giro gli ha impedito di portare un nuovo attacco.

Sainz ancora in difficoltà nel capire la F1-75

Per quanto riguarda Sainz, ha sfruttato l’ingresso della SC per salire sul podio. Ma la sua gara è stata più di gestione della posizione, che di attacco. Infatti nel primo stint con la M è stato quello più in difficoltà, pagando 4 decimi da Perez. Nel secondo stint, prima dell’ingresso della VSC, ha pagato tre decimi dal suo vicino di box (gap sul passo che si è rivelato tale in tutte e tre le fasi di gara). Si è ripreso negli ultimi dieci giri, risultando il pilota in pista più veloce, complice il duello tra Leclerc e Verstappen davanti. Lo spagnolo, per sua stessa ammissione, ha ancora del lavoro da fare per raggiungere il livello del monegasco.

Perez, dal sogno all’oblio

Nel primo stint, complice l’aria pulita, il più veloce è stato Perez. Il messicano è stato poi sfortunato nella scelta di rientrare ai box, visto che al giro seguente ha fatto il suo ingresso la SC. Ma una volta montata la H, e vista sfumare l’ipotesi di vittoria, il numero #11 si è rivelato il peggiore del quartetto nella seconda metà di gara. Un weekend al contrario per Perez, considerando che solitamente va molto forte in gara, mentre patisce la qualifica. In Arabia Saudita ha centrato la sua prima pole position della carriera. Mentre in gara è andato in difficoltà, specie nel secondo stint.

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Mercedes nella terra di nessuno

Per il team campione del mondo è stato un weekend dalle due facce. Buono per Russell, considerando le prestazioni attuali della W13, da incubo per Hamilton, che ha patito l’esclusione in Q1 sabato sera. Al momento, guardando le prestazioni del numero 63, c’è un secondo di passo dai due top team ed un secondo di margine sul midfield. A Brackley c’è tanto lavoro da fare per provare a sbloccare il potenziale che i tecnici hanno visto nelle simulazioni.

Non sarà facile, ci vorrà del tempo ed il team, al momento, deve provare a massimizzare i risultati con quello che ha a disposizione. Ma soprattutto non è detto che ci si riesca. Progetti così spinti se messi a punto possono dare una grande vantaggio, altrimenti si rivelano dei flop clamorosi.

Russell salva l’onore dei campioni del mondo

I due alfieri della Stella hanno seguito una strategia opposta. Russell è partito con la media, copiando la scelta della maggior parte dei piloti in griglia. Il neo pilota Mercedes, fin dai primi giri, non è stato in grado di seguire il quartetto davanti. Ma ha beneficiato della lotta fratricida tra le due Alpine dietro, per scappare da eventuali pericoli. Assicurandosi immediatamente la P5 finale.

Weekend da incubo per Hamilton

Per il 7 volte campione del mondo la gara è stata più movimentata. Scattato con la hard, ha patito nei primi giri le gomme fredde ed il cercare di stare fuori dai guai. Una volta innescata la temperatura, ha iniziato a macinare ritmo e sorpassi, scendendo fino al 33 alto sul finale di stint. Passo che stava tenendo in quel frangente anche Russell, il quale aveva montato da pochi giri la dura. Ma nel momento in cui sarebbe dovuto rientrare a montare la media per lo stint finale, la pit lane è stata chiusa a causa della monoposto di Alonso e Ricciardo, ferme all’ingresso.

In realtà Hamilton, una volta scattato il regime di VSC, ha chiesto al team (via radio), se doveva rientrare ai box. Ma la risposta è stata tardiva. Ed a quel punto il #44 aveva già superato l’ingresso dei box, compromettendo le sue speranze di concludere la sua gara alle spalle di Russell. Hamilton nel complesso ha girato come Magnussen con la Haas (il quale aveva la sua identica strategia), non riuscendo quasi mai ad avvicinarsi ai tempi di Russell. Segno che il setup era completamente sbagliato e non aveva fiducia nella macchina.

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Midfield compatto

Dietro al duo di testa ed alla Mercedes, la situazione è estremamente compatta. Perché le performance sono praticamente identiche (quasi al millesimo) e solo i dettagli stanno facendo la differenza. Come abbiamo riscontrato in queste prime due gare, il motore Ferrari è tornato ad essere a livello degli altri, se non leggermente davanti. E questo lo abbiamo potuto notare dai team clienti del Cavallino. Ma non essendoci più un’unità motrice che fa nettamente la differenza sugli altri (come è stato fino all’anno scorso con la PU Mercedes), le prestazioni si tirano fuori dall’aerodinamica, dalla meccanica e soprattutto avendo una monoposto affidabile.

Tre team in lotta per il dominio del midfield

A capeggiare il centrocampo ci sono Alpine, Alfa Romeo ed Haas (di cui parleremo più avanti). Sia Alonso che Bottas, domenica si sono dovuti ritirare (nello stesso istante) per noie al motore. Altrimenti se la sarebbero giocata per la posizione alle spalle di Russell, insieme ad Ocon. Sicuramente lo spagnolo, che ha dimostrato di averne di più fin dai primi giri, avrebbe potuto prendere il largo e rimanere agganciato al treno della Mercedes. Ma la lotta con il compagno ha favorito l’allontanamento del #63 e di conseguenza l’avvicinamento del finlandese. Alla fine il francese, vedendo la bandiera a scacchi, è riuscito a piazzarsi sesto. Nonostante un passo leggermente inferiore rispetto ai due esperti piloti.

Per l’altro alfiere di casa Alfa, il rookie cinese Zhou, è stata una domenica sfortunata nonostante la sua gara sia stata pulita senza errori. Fin dalla partenza, in curva 1, ha avuto un problema con l’antistallo che l’ha catapultato in ultima posizione. Il passo era molto buono, facendogli chiudere il gap e rimontando posizioni, in pochi giri. Poi ecco arrivare la penalità per aver tratto vantaggio da un taglio, che ha innescato il drive through. In sostanza quando è rientrato ai box, il meccanico con il carrello anteriore ha toccato la macchina, invalidando l’atto di scontare la penalità.

Un vero peccato perché, probabilmente, il giovane Zhou avrebbe potuto lottare per i punti. Per se stesso e per il team. Ma essendo solo la sua seconda gara, ha ancora del lavoro da svolgere, in quanto il passo è stato al di sotto di quello dimostrato dal suo compagno. In generale una domenica sfortunata per il Biscione, che avrebbe potuto mettere in cascina un’elevata quantità di punti.

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Haas ed AlphaTauri ad una punta

Nel weekend di Jeddah, Haas ed AlphaTauri, per motivi differenti, hanno corso la gara con un solo pilota. Il team americano ha deciso di non rischiare di avere altri danni, dati i pochi pezzi di ricambio disponibili, dopo il tremendo incidente del sabato di Schumacher. Mentre per il team di Faenza la decisione è stata obbligata. In quanto nei giri di formazione la trasmissione di Tsuonda ha avuto un guasto, costringendolo a parcheggiare la monoposto a bordo pista. Il giapponese sarebbe già dovuto partire ultimo, non essendo stato in grado di disputare la sessione di qualifiche, a causa di un problema all’unità motrice.

Magnussen (il quale al sabato ha iniziato a soffrire la scarsa preparazione fisica dovuta alla chiamata al’ultimo minuto) ha portato nuovamente la Haas in zona punti, concludendo la gara in P9. La strategia utilizzata è stata la stessa di Hamilton, girando su un ritmo identico a quello dell’inglese, dell’Alpine e dell’Alfa Romeo. Solo un po’ di sfortuna con l’attivazione della VSC alla fine (arrivata proprio il giro seguente al suo pit stop), l’ha penalizzato nel non riuscire a portare a casa un bottino più cospicuo.

Infatti se si va a confrontare il ritmo con quello dell’AlphaTauri di Gasly, si nota che quello del danese è stato nettamente più rapido di quello del francese. Il numero 10 ha stretto i denti a causa di un malessere fisico arrivato durante i giri finali, portando punti alla squadra e muovendo finalmente la sua classifica.

Ma nel team di Faenza c’è molta preoccupazione sul lato PU, visto l’incendio patito in Bahrain ed i problemi a Tsunoda in Arabia Saudita. Inoltre c’è ancora lavoro da fare per raggiungere la parte anteriore del midfield. Perché, al momento, il divario non consente di imbucarsi nella lotta con Alpine, Alfa Romeo ed Haas.

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McLaren in ripresa

Tra le difficoltà accusate dai team motorizzati Mercedes, chi a Jeddah ha iniziato ad invertire la rotta è stata la McLaren. Il team di Woking ha ancora molto da lavorare per recuperare il terreno perduto. Oltre ai problemi ai freni registrati in Bahrain, la MCL36 non genera la giusta quantità di deportanza e grip per “accendere” le gomme. Ma nonostante queste problematiche, è riuscita a far segnare i primi punti stagionali con Norris.

In questo caso il risultato è stato frutto più dell’essere stati in grado di sfruttare tutte le occasioni alla perfezione, permettendogli di battagliare con Ocon per la P6 (persa all’inizio dell’ultimo giro), piuttosto che dal passa espresso. Infatti il ritmo mostrato dal giovane inglese è stato migliore, nel complesso, solamente a quello di Gasly.

Per quanto riguarda Ricciardo, sta ancora pagando a caro prezzo l’aver saltato l’ultima sessione dei test. Il suo passo è stato inferiore a quello di Norris. E come se non bastasse, il suo motore si è ammutolito nel corso del 36° giro estromettendolo dalla gara. A parte questo inconveniente, l’arrivo nei punti sarebbe stato alquanto complicato.

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Aston Martin e Williams ultime per distacco

A chiudere la griglia troviamo, per distacco, Aston Martin e Williams. Le due scuderie girano sui medesimi passi, ad un secondo dalla testa del midfield. Chi ha avuto il weekend migliore, nel quartetto “della vergogna”, è stato senza ombra di dubbio Nico Hulkenberg.

Bene Hulkenberg, disastroso Stroll

Il tedesco ha dovuto sostituire ancora il connazionale Sebastian Vettel, alle prese con il Covid. Questo fine settimana è stato si battuto da Stroll in qualifica (il canadese è riuscito nell’impresa di accedere nel Q2, estromettendo Hamilton), ma in gara il suo passo è stato molto migliore rispetto a quello del pilota titolare. Nonostante avesse una strategia opposta, uguale a quella di Magnussen ed Hamilton.

Stroll al momento, pur avendo provato la macchina ai test rispetto ad Hulkenberg, sembra in netta difficoltà nel comprendere la nuova vettura. Ma come lui l’intero team. Dalle parti di Silverstone pare esserci in galleria del vento una monoposto totalmente diversa, che dovrebbe essere pronta per lo sbarco in Europa della F1, tra Imola e Barcellona.

Al momento I’Aston Martin non vede l’ora di riabbracciare Seb, il quale è sembrato nei test l’unico a saper come far funzionare questa AMR22 nata male. Il tedesco, in attesa nell’importante pacchetto che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, potrebbe metterci una pezza con la sua infinita classe, il suo talento cristallino e la sua immensa esperienza.

Più danni che prestazioni in Williams

Per la Williams un weekend amarissimo, dove sono stati prodotti solo moltissimi danni a livello economico. Infatti sono stati tre gli incidenti provocati dai due piloti. Due da Latifi, finito nel muro sabato in qualifica (innescando la prima interruzione) e domenica in gara (causando la prima SC), ed uno sul finale di gara da Albon. L’anglo-thailandese, infatti, è stato ritenuto responsabile dell’incidente con Stroll. Questo gli costerà tre posizione sulla griglia in Australia, in quanto non ha terminato la gara.

Anche a Grove, dopo un primo test positivo a Barcellona, il lavoro da fare sarà tantissimo. Perché, così come Aston Martin, invece di fare un passo avanti sfruttando il nuovo regolamento, sono stati fatti tantissimi passi indietro.

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