Down under. Mai termine fu più appropriato per spiegare ciò che è accaduto durante il GP dell’Australia, che ha riabbracciato la terra dei canguri nel mondiale di F1. Il fine settimana di Melbourne ha regalato dei veri e propri colpi di scena, che ha colto impreparati tutti gli addetti ai lavori ed i tifosi. C’è chi, come la Ferrari e la McLaren, gli hanno accolti ben volentieri e chi, come Red Bull, gli ha vissuti come un brusco risveglio.
Posizione Finale | Pilota | 1° Stint* | 2° Stint** (Pre VSC) | 2° Stint*** (Post VSC) |
1° | Leclerc | 23.724 (M) | 22.578 (H) | 21.544 (H) |
2° | Perez | 24.820 (M) | 23.427 (H) | 22.035 (H) |
3° | Russell | 24.933 (M) | 23.795 (H) | 22.106 (H) |
4° | Hamilton | 24.867 (M) | 23.820 (H) | 22.188 (H) |
5° | Norris | 25.258 (M) | 24.534 (H) | 22.996 (H) |
6° | Ricciardo | 25.299 (M) | 24.591 (H) | 22.936 (H) |
7° | Ocon | 25.691 (M) | 24.990 (H) | 23.049 (H) |
8° | Bottas | 25.777 (M) | 25.083 (H) | 23.177 (H) |
9° | Gasly | 25.795 (M) | 25.028 (H) | 23.699 (H) |
10° | Albon**** | 26.364 (H) | 25.003 (H) | 23.016 (H) |
11° | Zhou | 26.109 (M) | 25.009 (H) | 23.819 (H) |
12° | Stroll | 26.290 (H) | 25.003 H | 24.153 H |
13° | Schumacher | 26.648 M | 24.750 (H) / 25.034 (H)** | 24.150 (H) |
14° | Magnussen | 25.878 (H) / 25.052 (H)** | —– | 23.862 M |
15° | Tsunoda | 26.089 (M) | 24.928 (H) / 25.414 (H)** | 24.177 (H) |
16° | Latifi | 27.040 (M) | 25.397 H / 25.396 (H)** | 24.336 (H) |
17° | Alonso | 25.511 (H) / 24.714 (H)** | —– | 24.344 (M) fino al 52° |
DNF | Verstappen | 24.334 (M) | 22.959 (H) / 23.175 (H)** | —– |
DNF | Vettel | 26.451 H / 25.991 H^ | —– | —– |
Note: * Stint dal 7° giro; ** Stint dal 27° al 38° giro; *** Stint dal 41° giro; **** Unico Stint con la H; ^ senza giro 10
Ferrari e Leclerc di un’altra categoria
Partiamo da un dato statistico, ma che dice moltissimo sull’attuale forma della Rossa di Maranello. Era dal GP di Spagna del 2012 con Alonso, che un pilota Ferrari non faceva registrare un gran chelem. Domenica, Leclerc e la F1-75 sono stati un tutto uno. Anzi già a partire da sabato pomeriggio. In gara il monegasco è stato in controllo totale, segnando il miglior tempo praticamente ad ogni giro. Per poi raccoglierlo all’ultima tornata. Sintomo di setup perfetto e della miglior monoposto ad effetto suolo.
Ma la cosa che ha sbalordito notevolmente tutti quanti, spettatori ed addetti ai lavori, è stato il passo sfoderato dal numero 16. Se nei primi due appuntamenti il divario tra Ferrari e Red Bull si giocava sul filo dei millesimi, in Australia la forbice si è allargata. Arrivando ad oltre mezzo secondo con Verstappen ed un secondo con Perez, in tutte le fasi di gara. Numeri che spiegano il dominio totale della F1-75 e di Leclerc a Melbourne.
Ed aggiungere fiducia e speranza sulla nuova nata di Maranello, sono la competitività in qualifica e le pole conquistate. Poteva essere bottino pieno senza il giro perfetto di Perez a Jeddah, ma il divario è stato comunque di pochi millesimi. Il tutto ricorrendo sempre ad un assetto più carico rispetto alla RB18. Denotando la potenza dello 066/7 Superfast e come questa scelta dia i suoi frutti sulla gestione gomme in gara.


Affidabilità e difficoltà di messa a punto fanno crollare la Red Bull
Per essere in lotta per i mondiali, anche con una vettura al momento inferiore, bisogna essere costanti ed arrivare al traguardo. Ma pare che a Milton Keynes siano tornati indietro nel tempo, quando avevano moltissimi problemi di affidabilità (sono già tre i ritiri, uno per Perez e due per Verstappen). Un altro problema, che sta limitando le prestazioni, è da attribuire al non riuscire a far entrare la vettura nella giusta finestra. La RB18, infatti, non è mai stata in grado per tutto il weekend, fin dalle prime libere, di arginare lo strapotere della F1-75.
Verstappen da subito si è detto non contento del setup della sua monoposto. E le difficoltà non sono state risolte con il passare delle sessioni, pur prendendo la scelta di caricare aerodinamicamente la macchina. Questo si è riflesso in gara dove, a parte i primissimi giri e le ripartenze dopo SC, il campione del mondo è andato in crisi con le gomme (specialmente nel primo stint con le medie, soffrendo di graining), limitando i danni solo nello stint con le dure. Prima di abbandonare anzitempo la gara, che lo vedeva nella terra di mezzo. Troppo distante da Leclerc, ma allo stesso tempo con un grosso vantaggio sugli inseguitori.
Perez e Mercedes sullo stesso livello
Dietro al numero 1, si è accesa un’intensa lotta tra il suo compagno Perez e le due Mercedes. Il messicano ha prima battagliato e superato in pista Hamilton, nella prima parte. Successivamente l’ha spuntata anche su Russell, grazie ad un passo leggermente migliore, dopo l’uscita della seconda SC. In quel momento, infatti, l’ex Williams era in gestione delle proprie coperture, per riuscire ad arrivare fino in fondo senza problemi.
Ma la situazione è preoccupante a Milton Keynes, in quanto la seconda Red Bull viaggia, praticamente, allo stesso livello delle due Mercedes. Senza che queste ultime abbiano portato aggiornamenti. Questo testimonia un quadro che, nel giro di pochi giorni, è mutato in negativo. E chissà se che con il corposo aggiornamento previsto per Imola (una cura dimagrante, insieme ad un nuovo pacchetto aerodinamico), il team anglo-austriaco non ritrovi la competitività perduta in Australia.
Dal canto loro, le due Mercedes hanno raccolto il massimo possibile, considerando che stanno ancora investigando i problemi che affliggono la W13. I due piloti hanno scelto dei setup differenti per aiutare il team a risolverli il prima possibile. Ma alla fine, il divario tra Russell ed Hamilton è stato nullo. Il momento che ha messo il giovane inglese sul podio, è stata l’uscita della SC dopo l’incidente di Vettel. In quel momento il 63 ne ha approfittato per rientrare ai box, mentre Sir Lewis era appena uscito. A termine della gara il 7 volte campione non era contento di essere giù dal podio per colpe non sue, ma queste sono le corse.




Lotta serrata a centrocampo, con diverse sorprese
Nel midfield la lotta è aperta, da pista a pista i valori possono cambiare. Ed è stato il caso della McLaren che, dopo un avvio complesso, è risorta in casa di Ricciardo. Le Papaya, infatti, sono riuscite a comandare agilmente il gruppone dietro ai top team. I due alfieri della scuderia di Woking hanno messo in campo lo stesso identico passo, circa 5 decimi più veloce della concorrenza. Solo il risultato maturato in qualifica ha permesso a Norris di terminare davanti all’idolo locale. L’australiano è così riuscito a raccogliere i suoi primi punti stagionali proprio in patria.
Dietro le MCL36 si è classificato Ocon, con una gara molto lineare senza grandi acuti. Infatti chi ha impressionato per tutto il weekend è stato il suo compagno, Alonso. Ma complice un problema di affidabilità al cambio, che l’ha visto terminare nella ghiaia in Q3, è stato costretto a partire più indietro. Il passo è stato più veloce rispetto al francese, di circa 1/2 decimi. Con la possibilità di terminargli agevolmente davanti, ma non lottare con le McLaren, e per il podio, come ha lui stesso dichiarato.
Per chi come lui ha montato le gomme dure alla partenza, la situazione si è complicata una volta entrata la SC. Perché era troppo presto per montare le medie. Per questo ha dovuto allungare e sfruttare la VSC innescata da Verstappen, per montare le medie. A quel punto è finito nel traffico creato da Stroll, distruggendo le proprie coperture. Costringendolo ad un’ulteriore sosta a 5 giri dal termine.




Alfa Romeo ed AlphaTauri in fotocopia
Alle spalle dell’Alpine numero 31, si sono piazzati Bottas e Gasly. I due piloti hanno girato sullo stesso identico passo da inizio gara, di una manciata di millesimi inferiore a quello di Ocon. E solo un errore del francese alla penultima curva, a pochi giri dal termine, ha consentito al finlandese di sopravanzarlo. In questo fine settimana l’Alfa Romeo ha fatto più fatica, specie in qualifica, pregiudicando la possibilità di far segnare più punti. Per la scuderia di Faenza, il valore visto nelle prime due gare è stato confermato anche in Australia. Sicuramente c’è ancora del lavoro da fare, perché manca un po’ di passo per provare a giocarsi il 5° posto nei costruttori.
Ma per le due scuderie il problema, in questo fine settimana, ha riguardato le seconde guide, specialmente per l’AlphaTauri. I giovani asiatici non avevano mai corso su questa pista, ma sicuramente da Tsunoda ci si attende di più. Invece ha terminato la sua corsa dietro al rookie cinese, il quale ha mancato il 10° posto per poco non commettendo, nuovamente, sbavature in tutto il weekend. Ma sono le prestazioni nei confronti dei loro compagni che al momento non convincono.
Entrambi sono stati molto lontani dai capi squadra per tutta la gara. Tranne Zhou, che nello stint tra la SC e la VSC ha girato sugli stessi tempi di Bottas, per poi crollare sul finale. Il giapponese, invece, ha distrutto le gomme medie, dovendosi così fermare in anticipo, trovandosi poi fregato dall’uscita della vettura di sicurezza. I due giovani piloti dovranno lavorare duramente per arrivare al livello dei loro vicini di box, così da essere utili alla causa delle proprie squadre.




Una strategia pazza porta Albon a punti
La sorpresa del weekend è stato senza dubbio Albon. L’anglo-thailandese, con un stint folle con la dura durato 57 giri (il pit stop è arrivato all’ultimo giro utile), ha portato a casa il primo punto stagionale per sè e per la Williams. Una strategia pazza, che ha messo in luce le capacità del numero 23 nel gestire le gomme. Durante la prima parte di stint, stava girando peggio delle due Aston Martin di Vettel e di Stroll.
Ma dall’incidente del tedesco, l’ex pilota Red Bull ha cambiato ritmo. Riuscendo ad eguagliare le prestazioni di chi gli è finito davanti. Tra questi troviamo Bottas, Gasly ed Ocon, i quali avevano però una gomma più fresca di Albon. Ma la vera magia Alex l’ha compiuta negli ultimi dieci, dopo lo stop di Verstappen. In quel segmento di gara ha compiuto giri da qualifica, arrivando ad eguagliare i tempi della McLaren, dominatrice del midfield in Australia, scendendo fino al 22 medio a gomme quasi finite.
Ma vedendo quali fossero le prestazioni della Williams (nei primi gp e nelle libere), e confrontandolo con il ritmo tenuto, ci si chiede dove l’anglo-thailandese le abbia trovate. Perché di segnali, fino a quel momento, non ne erano arrivati in tal senso. Ma è il fascino della F1, vedere, a volte, delle prestazioni che non si possono spiegare.
Se da una parte del box si festeggia, dall’altra ci si dispera. Infatti, al momento, Latifi è il peggior pilota del Circus. Il canadese non ha ancora trovato una quadra con la sua FW44, e la paga presa dal neo arrivato, anche in Australia, è stata pesante. Si parla di 7 decimi nella prima parte con una mescola di vantaggio, e ben 1,3 secondi con la stessa gomma e l’aggravante che le sue erano molto più fresche.


Haas in difficoltÃ
Il team americano, per la prima volta in questa stagione è stato in netta difficoltà per tutto il fine settimana. Infatti gli uomini di Gunther Steiner non sono mai riusciti a trovare il bandolo della matassa, soffrendo sia in qualifica e sia in gara con entrambi i piloti (Magnussen è stato debilitato da alcuni fastidi fisici durante tutto il weekend). Il loro passo è stato ben lontano da quello delle altre scuderie del centrocampo. Ma per il TP questa è una battuta d’arresto che non preoccupa, a patto che si capisca il motivo di questa sotto prestazione.
Aston Martin disastrosa
Chi invece continua a cadere a picco, è l’Aston Martin. Come avevo scritto in settimana, ha di fatto preso il posto della Haas 2021. Il team di Silverstone viene via dall’Australia con un gigantesco danno economico (che pare obbligherà ad una scelta tra fornire nuovi ricambi o proseguire con gli aggiornamenti previsti), considerando i quattro incidenti causati dai suoi piloti (due per ciascuno) ed un allarme affidabilità . Ci si aspettava che con il ritorno del quattro volte campione la situazione potesse migliorare. Invece il tedesco ha vissuto un weekend nerissimo, passando poco meno di 45 minuti in macchina in tre giorni. Una miseria.
Durante la FP1, la sua PU è finita arrosto, facendogli saltare completamente le FP2. Nella FP3 è finito a muro, a causa di una scellerata scelta della squadra di montare l’ala a basso carico utilizzata a Jeddah. Mentre il resto della griglia stava caricando le ali. Dal replay si sente chiaramente come il posteriore parta quando ha affrontato la curva destra della chicane veloce, senza accelerare. Questo gli è costato la qualifica, dove ha potuto compiere un solo giro. In gara stava girando sui tempi delle due Haas. Ma ha commesso un grave errore (andando in overdrive), che l’ha spedito contro le barriere in curva 4.
Non è andata assolutamente meglio al suo vicino di box. Il canadese, ancora una volta, è stato nettamente in difficoltà con la vettura. Rimediando un’altra figuraccia, a causa dell’incidente causato in qualifica sul connazionale Latifi. In gara, nel primo stint era nettamente sopra i tempi di Vettel. Dopo l’incidente del suo compagno, ha provato a tenere a bada chi gli stava dietro, mentre era ancora in zona punti. Ma si è dovuto arrendere. Ed una volta che l’hanno superato, il suo passo è letteralmente crollato. Girando a 2 secondi da Albon, negli ultimi 10 giri, con gomma fresca. C’è moltissimo lavorare da fare in casa Aston Martin, per evitare un altro fallimento .



