L’Aston Martin nell’inverno 2021 ha fatto grandissimi proclami, dicendo che avrebbe lottato per la terza posizione nel costruttori e per qualche vittoria di tappa. Ma una volta messa la macchina in pista in Bahrain, il team si è svegliato dal sogno facendo i conti con la dura realtà. Infatti la AMR21 si è rilevata sin da subito lontana parente della progenitrice RP20. Così la stagione di ritorno del marchio inglese è stata fallimentare, viste le previsioni sovvertite dalla pista, meritandosi il timbro di delusione della stagione.
Quest’anno le cose, complice anche il gran cambiamento regolamentare, sono cambiate. Sin dalle prime dichiarazioni effettuate da Lawrence Stroll, è stato posto l’accento sul volere diventare si un top team in futuro, ma attraverso un piano quinquennale. Parole che risuonano come il voler tenere un basso profilo, facendo tesoro dell’esperienza 2021.
Nelle due sessioni di test, sia a Barcellona che in Bahrain, l’Aston Martin è stata una delle gran incognite. Questa impressione è rimasta fino all’ultima mezza giornata in Bahrain. Fino a quel momento l’AMR22 non ha regalato tempi interessanti a livello di giro secco. Però è risaputo che le classifiche dei test lasciano sempre il tempo che trovano. Per avere un quadro più preciso sotto il punto di vista della performance pura di ogni team, dovremmo aspettare la PL2 di venerdì e, soprattutto, le qualifiche di sabato prossimo. Ma le cose sono cambiate una volta che è iniziata la simulazione gara.
Il passo gara svela le carte
Pilota | 1° Stint | 2° Stint | 3° Stint |
Vettel | 40.488 C3* -> 17 giri | 40.034 (C1) -> 20 giri | 38.495 (C2)* -> 5 giri / 37.408 (C2) -> 5 giri |
Bottas | 41.303 C1 -> 14 giri | 40.761 C2 -> 22 giri | —– |
Latifi | 41.301 C3* -> 10 giri | 41.349 (C2) -> 10 giri | 41.454 (C2)* -> 18 giri |
Alonso | 40.735 C3 -> 12 giri | 40.738 (C2) -> 16 giri | 39.449 (C2) -> 15 giri |
*Run terminato a causa della bandiera rossa
Solitamente la maggior parte delle squadre dedica l’ultima mezza giornata alle simulazioni complete di gara. E così è successo anche stavolta, anche se non tutti team l’hanno svolta. Tra i team che sono andato a monitorare in questa tre giorni, abbiamo la McLaren in primis che non ha effettuato long run (visti i problemi di surriscaldamento dei freni che hanno afflitto il team di Woking in Bahrain). Mentre l’AlphaTauri l’ha svolta venerdì pomeriggio con condizioni peggiori (per vento e temperatura) di quelle di sabato. Per questo motivo sono tempi poco indicativi, che non sono andato a prendere in considerazione.
Ma prima di iniziare con l’analisi, devo procedere con alcune precisazioni. Ovviamente tutte le prestazioni sono prese senza tenere conto di quanto carburante è stato imbarcato e la mappatura di motore utilizzata. Dati che sono in possesso solo ed esclusivamente delle squadre. Anche se essendo simulazioni di gara, si ipotizza che la vettura sia in modalità gara, per quanto riguarda benzina e PU.
I tempi dell’Alpine e dell’Alfa Romeo si riferiscono più a dei long run, che una vera e propria simulazione di gara. In quanto sono stati intervallati da soste ai box piuttosto lunghe. Con la squadra del biscione che ha effettuato questi run subito alla ripresa della sessione dopo la pausa pranzo. Mentre sia Vettel che Latifi al sabato, sono stati ostacolati dalla bandiera rossa, nel primo e nel terzo run.
Primo stint




Il primo stint di Vettel è stato effettuato con la mescola C3 (così come per Alonso e Latifi, a differenza di Bottas che ha girato con una C1) che nel weekend di gara rappresenterà la gomma soft. Bisogna tenere in considerazione che il Bahrain è un tracciato altamente abrasivo e che raramente si vede una prestazione rimanere costante specialmente con la mescola morbida. Anzi la prestazione tende a regredire con il passare dei giri.
Ma il primo run del tedesco, dopo un giro d’attacco sul 39.3 (e lo stop per la bandiera rossa), rimane molto costante sempre sul 40 senza subire un degrado importante. Anzi addirittura riesce a riabbassare i propri tempi.
Per quanto riguarda Alonso, ma anche lo stesso Bottas con C1, l’impennamento dei tempi è stato abbastanza repentino, finendo ben presto oltre il 41. Mentre il passo di Latifi è stato si più costante, ma sempre sul 41. Questa prima comparazione denota come sulla AMR22, pur con la mescola morbida, ci sia stato molto meno degrado termico rispetto agli avversari.
Secondo Stint
Nel secondo stint Seb monta le C1, le gomme più dure della gamma Pirelli, mentre gli altri tre la mescola C2. Il passo nella prima parte rimane stabilmente sul 39.6 fisso, tolto un errore commesso al 50° giro dove il tempo è salito sul 48.9. Anzi riesce a scendere anche sul 39.4. Poi per 3 giri i tempi si iniziano a rialzare, fino al 40.9. Ma improvvisamente, nella tornata successiva, riesce ad abbassare i tempi di ben 1.4 secondi tornando sul 39.5. Da lì tiene un passo sul 40 basso, tolto per un passaggio in cui è risceso sul 39.
Bottas con la C2 ha percorso, più o meno, la stessa distanza del nativo di Heppenheim in questo secondo run. Il finlandese ha avuto una partenza sul 39.4, ma già nella tornata seguente ha alzato i tempi sul 40. E’ riuscito ad avere un prima parte molto costante tra il 40.4 ed il 40 alto. Poi sulla parte finale c’è stato un ulteriore crollo, andando oltre il 41.
Latifi è partito nel secondo stint (percorrendo solo 10 giri) sul 41.0, riuscendo a scendere fino al 40.6. Ma da quel momento la gomma ha avuto un brusco calo, facendo alzare i tempi fino al 42. Per quanto riguarda Alonso, invece, stint di 16 giri molto irregolare con i tempi che sono saliti immediatamente ed un oscillazione tra il 40 alto e 41 basso.




Terzo Stint
Tranne Bottas che si è dedicato successivamente ad un altro lavoro, sia Vettel, sia Latifi e sia Alonso hanno girato con la stessa mescola, la C2. Il canadese ha terminato anzitempo il suo stint a causa della bandiera rossa innescata proprio dal finlandese dell’Alfa Romeo. Stessa situazione per Vettel che si è visto costretto a spezzare in due lo stint, potendo compiere solamente 10 giri con due C2. E non è da escludere che sia stata tolta della benzina per simulare proprio l’ultimissima parte di gara.
Quella che sarà la mescola media da venerdì, ha avuto un degrado maggiore del previsto secondo Pirelli. Per questo motivo potrebbe non rientrare nella strategia di gara, ricordando che da quest’anno ogni pilota può decidere di partire con la gomma che desidera. Infatti è stato deciso di abolire l’obbligo, per i piloti che hanno accesso alla top ten, di partire con la gomma con cui ci si è qualificati per il Q3.
Vettel dopo aver terminato il run con la C1 (il pit stop è stato mostrato in tv ed i meccanici Aston Martin sembrano non aver imparato dagli errori commessi nella passata stagione!), come detto, è passato alla C2. E le indicazioni arrivate da Pirelli sembrano trovare conferma.
Come accaduto a Bottas, Alonso e Latifi, le prestazioni si sono subito impennate di un oltre un secondo in pochissimi giri. A differenza degli stint con C3 e C2 dove la prestazione è rimasta molto costante, con dei ritorni di performance. Sarebbe stato utile vedere se raggiunto il 39.3, dopo essere partito in 38.0-37.9, ci sarebbe stata una stabilizzazione oppure no. Ma purtroppo la bandiera rossa ha rovinato i piani.
Infatti alla ripresa della sessione, Seb ha montato una nuova C2, ma la musica non è cambiata. Giro d’attacco in 36.7 ed al 5° passaggio è transitato sul traguardo in 38.1, con 1,4 secondi di decadimento in solamente 5 giri. Ed a serbatoio, presumibilmente, scarico in quanto tra i due stint il giro d’attacco ha differito di 2 secondi. Sintomo che la gomma media al momento non funziona e farà virare i team sulla strategia a due soste, come ribadito da Mario Isola.
Latifi ha avuto un run di 18 giri molto regolare, ma alto. Partito sul 41.6, progressivamente ha abbassato i tempi fino al 40.7. Ma una volta arrivato su quella soglia, la prestazione è diventata irregolare. Prima si è presentato un progressivo innalzamento fino al 42 e successivamente è risceso fino al 40.4-40.6.
Stessa gomma degli altri due e stesso chilometraggio del pilota Williams per Alonso, che è riuscito a tenere costanza di passo nei primi 5 giri su un interessante 38 alto. Ma all’improvviso è salito sul 40, per poi riuscire a riscendere sul 39. In questa fase ha avuto un andamento irregolare tra il 39 basso ed il 39 alto.



L’Aston Martin potrebbe prendere il comando del midfield?
Da questa analisi risulta come i tempi dell’Aston Martin siano comunque sempre più veloci e più costanti dei rivali. Per il sottoscritto, lo stint che al momento dà veramente fiducia sul potenziale dell’AMR22 è quello iniziale. Anzi il passo è risultato veramente molto valido in quel run, considerando che la mescola morbida in Bahrain generalmente va in crisi in gara. E visto che i tempi sul finale addirittura stavano tornando ad abbassarsi, non è da escludere che la vita della gomma sarebbe potuta durare qualche altro giro e tentare nel caso una strategia ad una sosta.
La monoposto di Silverstone, ad inizio della tre giorni nel deserto, aveva evidenziato un fortissimo sottosterzo in quasi tutte le curve (specialmente curve 1-2-3-8-10-13), sovrasterzo in uscita di curva (soprattutto alla 13) e una certa risonanza sul passaggio sui cordoli. Con il passare delle ore la situazione è andata a migliorare, anche se nei tornantini delle curve 8 e 10 il sottosterzo è rimasto. Inoltre in curva 13 si è notato un Vettel poco confidente nel buttare dentro la macchina.
Questa problematica, oltre al peso minimo che è lievitato ed al comportamento delle nuove gomme da 18″, potrebbe essere un effetto collaterale delle scelte prese in sede di progetto della vettura. Nel confronto con altri team, come per esempio l’AlphaTauri, sembra manchi un anteriore che risponda in maniera corretta agli input dei piloti nelle curve lente. Ma a differenza di alcuni, è una delle poche a non soffrire il porpoising e non avere la necessità dei tiranti sul fondo per stabilizzarlo. Con la conseguente nota positiva di poter girare con un’altezza da terra molto radente al suolo.
Tra le avversarie al momento chi fa più fatica è senz’altro l’Alpine con la A522. La monoposto transalpina, invece, soffre di un fortissimo saltellamento che rende la macchina veramente molto faticosa da guidare, con diversi problemi nelle varie fasi di guida. L’Alfa Romeo qualche guizzo, specie sul giro secco, l’ha mostrato. Ma quello che preoccupa è l’affidabilità della vettura. La Williams, che ha seguito la medesima filosofia Mercedes, sembrava essere una concorrente temibile dopo il test di Barcellona, ma al momento manca un po’ di performance e rimane un’incognita.
A questo punto manca da verificare il reale valore in gara dell’AlphaTauri e di McLaren, ma come dichiarato da Sebastian Vettel, tolte Red Bull, Mercedes e Ferrari, al momento il team di Silverstone potrebbe lottare per il 4° posto costruttori. E questi dati, pur da prendere con le pinze, confermerebbero il parere del 4 volte Campione del Mondo.
Infatti il team di Woking al momento, quantomeno in Bahrain, sembra attaccabile a causa dei problemi che l’hanno attanagliata ai freni durante i tre giorni di test, che certamente non stanno facendo dormire sonni tranquilli agli ingegneri. In più c’è anche una grossa incognita su chi affiancherà Norris nel primo weekend. Se, come ci si augura, ci sarà Ricciardo, l’australiano avrà zero confidenza con l’auto. Ed abbiamo visto quanta fatica hanno fatto i piloti a trovare il giusto feeling con la frenata in queste giornate. E se ci sarà un altro pilota, il discorso è il medesimo.





Per l’Aston Martin c’è da superare lo scoglio qualifica, che nella passata stagione ha sempre vanificato il buon passo che l’AMR21 avrebbe potuto esprimere in gara. Se effettivamente la monoposto concederà di mettere i piloti in buona posizione di partenza, specialmente Vettel che è sembrato molto più avanti rispetto a Stroll in questi due test, allora il team di Silverstone potrà tornare a lottare per i primi 4 posti. Non resta che attendere pochissimi giorni e la pista ci darà, finalmente, i suoi primissimi verdetti.