Il circuito del Santerno, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2025, vedrà la sua terza apparizione dopo il ritorno inaspettato nel 2020. E finalmente lo potrà fare con il pubblico sugli spalti. Si va verso il tutto esaurito, anche grazie alle strepitose performance della Ferrari, la quale correrà la propria gara di casa insieme all’AlphaTauri. Il GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna inaugurerà la campagna europea, portando in dote il primo dei tre weekend con il format della Sprint. Per molti team, questa, sarà l’occasione di introdurre i primi grandi sviluppi dai test sulle nuove auto. Mentre altri aspetteranno il consueto appuntamento di Barcellona, anche a causa dello stravolgimento del programma di questo fine settimana pieno di incognite.
Ma ora andiamo a scoprire le caratteristiche del circuito e quali assetti le varie squadre dovranno adottare per esprimere il massimo della performance dalle loro monoposto.
Caratteristiche del circuito ed assetti delle vetture
L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari si percorre in senso antiorario (uno dei pochi al mondo). Dopo le profonde modifiche apportate nel 2008 per aumentare la sicurezza del tracciato, ed ottenere l’omologazione di Grado 1 dalla FIA per ospitare la massima serie, la lunghezza è diventata di 4,909 km (con l’eliminazione della Variante Bassa che viene utilizzata solo per il layout delle moto). Sono presenti ben 19 curve, di cui 9 a destra e 10 a sinistra. In gara si percorrono 63 giri per un totale di 309.049 km. Unico punto dove attivare il DRS è sul rettilineo principale che porta fino a curva 2.
Il circuito del Santerno è un saliscendi continuo, tanto da valergli il soprannome di piccolo Nordschleife. Per questo è richiesto un medio-alto carico aerodinamico e un giusto bilanciamento meccanico, che non consumi eccessivamente l’asse anteriore, quello più sollecitato, visto la presenza di curvoni veloci e numerose chicane. Dove serve una macchina agile nei cambi di direzione e che mantenga un’ottima velocità a centro curva.
A spasso per il circuito di Imola
Ora andiamo a vedere come trovare il giro perfetto ad Imola.

Primo settore
Il giro inizia passando full gas sul rettilineo principale (unico rettilineo lungo presente sul tracciato), non proprio dritto, a DRS aperto. Infatti dalla linea del traguardo all’entrata della Variante del Tamburello (curva 2-3), viene segnata come curva 1 una leggera piega a destra, seguita da una leggera curva a sinistra, dove bisogna far attenzione alle vetture in uscita dai box.
In questo punto ci si sposta progressivamente sulla destra per andare ad affrontare la Variante del Tamburello. Si frena più o meno al cartello dei 100 metri scalando 4 marce. Si sterza con il volante leggermente piegato verso sinistra, per anticipare l’entrata, ed andare a tagliare il cordolo interno. In questo modo ci si trova nella giusta posizione per affrontare l’uscita dalla variante e la curva 4, a sinistra, a piena farfalla.
Breve allungo verso la variante Villeneuve (curva 5-6). Anche qui si frena intorno ai 100 metri, anche un po’ oltre, buttando giù 2/3 marce (a discrezionr del pilota ed a seconda delle caratteristiche della vettura). Come per la chicane precedente, bisogna passare vicino ai due cordoli interni, quello di destra e poi quello di sinistra, per massimizzare l’uscita (a pieno acceleratore) sfruttando il cordolo in esterno. Ma facendo attenzione a non mettere le ruote sulla ghiaia, perché basta veramente pochissimo per finirci e rovinare il giro. Brevissimo allungo verso curva 7, la Tosa.
Proprio in questo tratto finisce il primo settore.

Secondo settore
Ora ci addentriamo nella parte dei saliscendi, e più veloce del circuito. Ma prima di arrivarci dobbiamo affrontare l’unico tornante della pista, la curva Tosa. Per affrontarla ci sono diverse traiettorie disponibili. A seconda del mezzo, del setup e dello stile di guida del pilota, visto che è un curvone a sinistra in leggera salita, dove si scende di 3/4 marce.
Si può fare una traiettoria più spigolata, frenando in modo progressivo leggermente prima del cartello dei 50 metri e portando la frenata fin dentro la curva. Il tutto finché non si arriva alla corda, in combinata con il volante verso sinistra. Per poi dare gas andando a cercare la massima trazione sfruttando tutto il cordolo in uscita, stando attenti a non perdere il posteriore. Oppure una traiettoria più rotonda, portando un po’ più di veloce a centro curva, frenando forte poco oltre il cartello dei 50 metri e percorrendo la curva più all’esterno, mancando l’apex.
Dopo di che altro breve allungo con una leggerissima piega verso destra (curva 8) dove si scollina. Poco oltre il cartello dei 50 metri si effettua una leggera frenata, togliendo una marcia, per affrontare il curvone veloce della Piratella (curva 9) in leggera discesa. Attenzione, siccome bisogna portare tutta la velocità possibile per la discesa, c’è da stare molto attenti a non finire fuori ai track limits all’esterno, altrimenti il giro verrà invalidato. Quindi bisognerà tenere mezza vettura in pista, per procedere per la curva 10, una curva secca a sinistra.
La discesa si fa più pendente e bisogna iniziare a prepararsi per il tratto più tecnico e difficile del tracciato: le Acque Minerali (curve 11-12-13). Qui è fondamentale avere un avantreno rapido, una vettura che ti permette di saltare sui cordoli, e tagliarli, ed un posteriore stabile nella frenata importante in discesa di curva 12. In questo tratto si può fare il tempo, ma anche perderlo.

Come detto si arriva dalla discesa e si entra, ad alta velocità, nella 11 curvando bruscamente a destra. Qui si inizia a frenare in maniera decisa (avere il brake balance settato nella maniera corretta sarà fondamentale), togliendo 3 marce, per affrontare la chicane in salita. È fondamentale passare vicinissimo al cordolo della 12 per poi tagliare di netto quello della 13, passandoci sopra, per avere una perfetta uscita.
A questo punto si buttano dentro 4 marce per l’allungo che porta alla Variante Gresini, dove termina il settore 2.
Terzo settore
Il destra-sinistra della ex Variante Alta (curva 14-15, ora Variante Gresini), lo si esegue frenando forte ai 50 metri e si tolgliendo 3 marce. Per massimizzare l’uscita, ancora una volta, bisogna tagliare molto il cordolo interno, per andare presto sul gas, sfruttando tutta la pista ed iniziare la picchiata che porta alla Rivazza 1.
Ma prima di arrivarci, sotto al ponticello, si affronta una leggera curva a destra (curva 16). In questo punto bisogna portarsi più all’esterno possibile, per preparare al meglio l’ingresso in curva 17 (la Rivazza 1), portando quanto più velocità possibile dentro. Anche qui si frena in vista dei 50 metri, in discesa, e si tolgono 5 marce.
Si passa radenti al cordolo interno, dando gas e buttando dentro alla svelta una marcia. Si sfrutta tutta la pista in uscita (facendo attenzione a non andare in ghiaia), per preparsi ad affrontare la Rivazza 2 (curva 18). In prossimità dell’ultimo triangolo bianco del cordolo all’esterno, si effettua una leggera frenata e si sterza verso sinistra.

In questo punto si cerca di portare tanta velocità per uscire il più forte possibile (sfruttando al massimo il cordolo un’uscita facendo sempre attenzione a non finire sull’erba) e spalancare completamente il gas. Iniziando la volata verso la linea del traguardo, senza aver prima affrontato (poco prima della finish line) quella che formalmente viene conteggiata come curva 19, una leggera virata verso destra.
Ed è così che termina il giro sul tracciato di Imola.
Hotspots per il sorpasso
Effettuare un sorpasso ad Imola, è abbastanza complicato. Anche se ci sono diversi punti dove è possibile farlo. Il punto più chiaro è il rettilineo principale, facendo in modo di uscire il più vicino possibile all’avversario dalla Rivazza 2, per sfruttare al meglio la scia, il DRS ed il motore. Ed effettuare il sorpasso già sul rettilineo. Se si è lontani, bisognerà aspettare la staccata di curva 2 per tentare il sorpasso.
Altro punto (se si riesce a restare vicini all’uscita del Tamburello) in cui si può provare, sfruttando il breve allungo in uscita di curva 4, è la staccata all’ingresso della chicane Villeneuve. Mentre un punto chiaro di sorpasso è sicuramente alla Tosa che, come detto in precedenza, offre la possibilità di affrontarla con diverse traiettorie. Ultimo punto potrebbe essere giù in staccata di curva 17, alla Rivazza 1.
Mescole GP del Made In Italy e dell’Emilia Romagna 2022

(Photo Pirelli)
Pirelli PZero White Hard: C2
Pirelli PZero Yellow Medium: C3
Pirelli PZero Red Soft: C4
Statistiche Autodromo Enzo e Dino Ferrari
GP disputati: 29
Lunghezza tracciato: 4,909 km
N. di curve: 19
N. di giri: 63
Distanza GP: 309,049 km
Pilota con il maggior numero di vittorie: Micheal Schumacher x7 (1994 Benetton, 1990-2000 e 2002-03-04 e 2006 Ferrari)
Squadre con il maggior numero di vittorie: Ferrari x8 (Didier Peroni 1982, Patrick Tambay 1983, Micheal Schumacher 1990-2000 e 2002-03-04 e 2006) Williams x8 (Nigel Mansell 1987 e 1992, Riccardo Patrese 1990, Alain Prost 1993, Damon Hill 1995-96, Heinz-Herald Frentzen 1997, Ralf Schumacher 2001)
Pilota con il maggior numero di pole position: Ayrton Senna x8 (1985-86-87 Lotus, 1988-89-90-91 McLaren, 1994 Williams)
Squadra con il maggior numero di pole: McLaren x9 (Ayrton Senna 1988-89-90-91, David Coulthard 1998 e 2001, Mika Hakkinen 1999-2000, Kimi Raikkonen 2005)
Pilota con il maggior numero di giri veloce: Micheal Schumacher x5 (1998-99 e 2003-04-05 Ferrari)
Squadra con il maggior numero di giri veloce: Ferrari x10 (Gilles Villeneuve 1981, Didier Pironi 1982, Michele Alboreto 1985, Gerhard Berger 1995, Micheal Schumacher 1998-99 e 2003-04-05)
Giro record in qualifica*: 1:13:609 Bottas/Mercedes (2020)
Giro record in gara*: 1:15:484 Hamilton/Mercedes (2020)
*I record sul giro sono riferiti al nuovo layout utilizzato dal 2020