Dopo il Canada, la F1 fa ritorno a casa. Nel luogo ove, 72 anni fa, partì il viaggio della massima categoria a quattro ruote. Stiamo parlando del celebre circuito di Silverstone. Il quale, dovrebbe rappresentare la giusta occasione di osservare il reale valore delle monoposto ad effetto suolo. Grazie agli ampi curvoni veloci ed alla mancanza di dossi. Inoltre sarà luogo, per molti team, dell’esordio del secondo pacchetto di aggiornamenti. Come sempre sarà un weekend entusiasmante, non dimenticando il meteo.
Caratteristiche del circuito
Il tracciato che ospiterà il GP di Gran Bretagna, è situato nel Northamptonshire. Sul suolo che ospitò un aeroporto della RAF, molto esposto al vento. Un fattore fondamentale durante il giro, che misura 5,891 km, con 18 curve, da ripercorre per 52 volte in gara. Per un totale di 306,198 km. La pista si percorre in senso orario e presenta due zone DRS, situate presso il Wellington Straight e l’Hangar Straight.
Per le monoposto, i piloti e gli ingegneri è un circuito molto sfidante, perché è complicata la ricerca del corretto bilanciamento aerodinamico-meccanico. Inoltre, essendo un tracciato molto veloce che presenta ampi curvoni, i conducenti hanno la necessità di avere la massima fiducia nella loro vettura. Per trovare quei decimi importanti.
Assetti delle vetture
A livello meccanico non presentando difficoltà altimetriche o cordoli alti (qui sono piatti), si può osare con un assetto abbastanza rigido e basso. Quello che per cui sono state progettate queste monoposto. Con il porpoising che non dovrebbe essere della partita, a differenza del bottoming. Ma tutte le regolazioni devono far si che il pilota non abbia un posteriore troppo leggero. Altrimenti porterà ad avere del sovrasterzo in ingresso nei curvoni veloci.
Per ciò che riguarda l’aerodinamica, si predilige una macchina con un carico medio-basso. Per aver una buona velocità di punta e meno drag. Facendo attenzione a non scaricare troppo la macchina, altrimenti le gomme andranno presto in crisi. Considerando gli elevati carichi a cui sono sottoposte le coperture.
Problematiche pneumatici
Per le gomme è il tracciato più critico in calendario. Visti i numerosi scoppi che si sono registrati nella storia di questo circuito, molti anche negli anni recenti. La Pirelli per questo motivo porta la gamma più dura, così da contrastare gli alti carichi laterali a cui è sottoposto il loro prodotto.
Infatti la problematica principale, a cui i team devono far fronte, è il blistering sull’avantreno. Specialmente sull’anteriore sinistra, lo pneumatico più soggetto a sollecitazioni, considerando che le curve più dure sono sulla destra. E per questo soggetto ad una rapida usura.
Per quanto riguarda il grip, visto la riasfaltatura recente, è a livelli ottimali. Silverstone non presenta difficoltà a livello di trazione pura, visto che è molto scorrevole e sono pochissime le ripartenze a bassa velocità . Tutte concentrate nell’ultimo settore.
A spasso per il circuito di Silverstone

Ora andiamo a vedere come trovare il giro perfetto a Silverstone.
Primo Settore
Il circuito britannico è uno dei più entusiasmanti ed incredibili, in grado di soddisfare il palato di ogni pilota che mette le ruote su quel asfalto.
Il giro parte uscendo nella maniera più veloce possibile dall’ultima curva, la Club, per lanciarsi sul rettilineo principale. Pochi metri dopo dal passaggio sulla linea del traguardo, inizia la sequenza destra-sinistra velocissima, d’affrontare full gas, di curve 1-2 (la Abbey e la Farm). Per arrivare alla frenata di curva 3, passando dal 8° alla 3° marcia.
Leggero colpo di gas per preparare al meglio l’uscita della 4 (l’Arena), che insieme alla 5 (da affrontare in pieno), portano sul Wellington Straight. All’Arena bisogna dosare il gas, per non incorrere in un sovrasterzo di potenza, evitando in questo modo di perdere tempo in qualifica e lo slancio in gara. Altrimenti il sorpasso sul Wellington è cosa certa.
Ed ecco che pochi metri prima di arrivare alla staccata di curva 6, termina il primo settore.
Secondo Settore
Affrontata la prima zona DRS, si arriva in fondo al rettilineo per la frenata della Brooklands. La 6 è una curva teatro di grandi sorpassi, spettacolari e difficili, essendo una piega scorrevole. Bisogna passare il più possibile vicino al cordolo interno, che si affronta ad alta velocità in 4°/5° marcia. Importante per preparare al meglio la curva successiva, la numero 7, e cioè la Luffield.
Questa è una curva di 4° marcia molto particolare, perché è possibile affrontarla con varie traiettorie. Rimanendo costantemente vicini al cordolo interno, parzializzando il gas. Oppure con una linea a V, e cioè allontanandosi dal punto di corda per poi chiudere all’ultimo e rientrare in traiettoria. Il modo migliore per affrontarla, dipende dalle caratteristiche della monoposto e dallo stile di guida del pilota.
Il tutto per ottimizzare al massimo l’uscita, precedente all’allungo sul vecchio rettilineo principale. Il quale porta alla mitica curva Copse, la 9. Nel mentre c’è la semicurva 8, la Woodcote, da affrontare in pieno senza problemi.


La Copse è una delle curve più difficili dell’intero calendario. Teatro del rovinoso incidente tra Verstappen ed Hamilton della passata stagione. Si affronta in 7° marcia e bisogna curvare nel punto esatto per portare quanta più velocità all’interno. Senza perdere la macchina e senza andare oltre il cordolo in uscita, pena l’annullamento del giro in qualifica.
Passata la 9, c’è da affrontare un gruppo di curve leggendarie ed esaltanti: le mitiche Maggots-Becketts. Un velocissimo sinistra-destra-sinistra-destra, che si imbocca in pieno in 8° marcia per poi iniziare a frenare e scalare progressivamente fino alla 5°. Il tutto deve portare ad un’ottima velocità di uscita per la Chapel, curva 14°. La quale lancia nella seconda zona DRS sul Hangar Straight, per la conclusione del secondo settore. Il più tecnico dell’intero tracciato britannico.
Terzo Settore
Al termine del lungo rettilineo, si entra nell’ultimo tratto di pista. Affrontando un’altra curva luogo di mille battaglie, la velocissima Stowe. Si frena attorno ai 75 metri per entrare in 5° marcia. Avvicinandosi molto al cordolo interno, per poi ridare completamente gas. Così da sfruttare fino all’ultimo millimetro l’uscita, per portare fuori più velocità possibile. Senza eccedere nei track limits.
Ed ora la parte conclusiva, la più lenta, con le ultime tre curve: la 16 (Vale), la 17 e l’ultima, la 18, la Club. Qui bisogna avere una macchina molto reattiva nei cambi di direzione, perché solitamente è qui che si può perdere il giro.
Si frena ai 100 metri, entrando nella 16. Rapido colpo di freno per inserire la monoposto nella 17, spalancando completamente il gas in uscita. E facendo attenzione a non andare in sovrasterzo. L’ingresso nell’ultima curva, immette sul rettilineo principale per chiudere il giro a Silverstone.
Hotspots per il sorpasso
Sono diversi i punti dove è possibile sorpassare a Silverstone. La prima opportunità è alla frenata di curva 3. Eventualmente anche in curva 4, sul Wellington Straight, grazie anche al DRS. Oppure alla staccata della Brooklands o alla Luffield. Un altro spot è presente sull’allungo che porta alla Copse e per chi ha coraggio alla Copse stessa. Infine sul Hangar Straight, sempre grazie al DRS, alla Stowe od alla Vale.
Mescole GP Gran Bretagna 2022

(Photo by Pirelli)
White Hard: C1
Yellow Medium: C2
Red Soft: C3
Statistiche GP di Gran Bretagna
Edizioni disputate: 72
Lunghezza tracciato: 5,891 km
N. di curve: 18
N. di giri: 52
Distanza GP: 306,198 km
Piloti con il maggior numero di vittorie: Lewis Hamilton x8 (2008 McLaren, 2014-2015-2016-2017-2019-2020-2021 Mercedes)
Squadra con il maggior numero di vittorie: Ferrari x17 (Jose-Froilan Gonzalez 1951-1954, Alberto Ascari 1952-1953, Peter Collins 1958, Wolfgang von Trips 1961, Niki Lauda 1976, Carlos Reutemann 1978, Alain Prost 1990, Micheal Schumacher 1998-2002-2004, Rubens Barrichello 2003, Kimi Raikkonen 2007, Fernando Alonso 2011, Sebastian Vettel 2018)
Piloti con il maggior numero di pole position: Lewis Hamilton x7 (2007 McLaren, 2013-2015-2016-2017-2018-2020 Mercedes)
Squadre con il maggior numero di pole: Ferrari x15 (Jose-Froilan Gonzalez 1951, Giuseppe Farina 1952, Alberto Ascari 1953, Phil Hill 1961, Clay Regazzoni 1971, Jacky Ickx 1972, Niki Lauda 1974-1976, Renè Arnoux 1983, Gerhard Berger 1988, Nigel Mansell 1990, Rubens Barrichello 2000-2003, Micheal Schumacher 2001, Fernando Alonso 2012)
Pilota con il maggior numero di giri veloce: Nigel Mansell x7 (1986-1987-1988-1991-1992 Williams, 1989-1990 Ferrari)
Squadra con il maggior numero di giri veloce: Ferrari x20 (Alberto Ascari 1952-1953, Jose-Froilan Gonzalez 1954, Mike Hawthorn 1954-1958, John Surtees 1963, Niki Lauda 1974-1976, Clay Regazzoni 1975, Nigel Mansell 1989-1990, Micheal Schumacher 1997-1998-2004, Rubens Barrichello 2002-2003, Kimi Raikkonen 2007-2008, Fernando Alonso 2010-2011, Sebastian Vettel 2018)
Giro record in qualifica: 1:24:303 Lewis Hamilton/Mercedes (2020)
Giro record in gara: 1:27:097 Max Verstappen/Red Bull (2020)