Dalla Spagna, il Circus si sposta immediatamente in Costa Azzurra per un ennesimo back to back. Nella località che fino all’anno scorso ospitava il GP più glamour dell’intero calendario, ma che rischia seriamente l’uscita di scena a fine stagione. Dopo la gara del Montmelò, resa dura dal caldo registrato in Catalogna, le nuove monoposto sono attese all’esame Monaco. Per quello che si preannuncia un weekend complicato per l’effetto suolo.
Andiamo a conoscere i segreti e gli assetti che i team devono adottare per andare forte sulle stradine del Principato.
Caratteristiche del circuito ed assetti delle vetture
Grazie alla sua lunghezza di 3,337 km da effettuare 78 volte, per un totale di 260,286 km, Montecarlo è ovviamente il circuito più corto di tutto il mondiale (da percorrere in senso orario). E’ presente un’unica zona di DRS sul rettilineo del traguardo. Il tracciato è caratterizzato da ben 19 curve, 11 a destra e 8 a sinistra, moltissime delle quali sono delle vere e proprie icone della F1.
Per quanto riguarda il carico aerodinamico la configurazione ottimale, chiaramente, è quella da alto carico, che difficilmente vedremo su altre piste. Il tracciato di Monaco richiederebbe un assetto morbido. Ma con questa nuova tipologia di vetture il maggior carico è sviluppato con un assetto rigido e altezza da terra basse, cosa che è impossibile da adottare qui. Per questo i tecnici, in questo fine settimana, saranno alle prese con una sfida non indifferente. Per far entrare le loro monoposto nella giusta finestra e sviluppare il giusto carico.
Bisogna avere una macchina il più reattiva ai molteplici cambi di direzione presenti, stabile nel posteriore, con un eccellente trazione ma che non bruci le gomme posteriori in gara, visto le numerose ripartenze a bassa velocità presenti. Anche in questo caso gli ingegneri, per raggiungere questo obiettivo, dovranno fare i conti con un’altra grossa problematica: il peso.
Per quanto riguarda i pneumatici, la Pirelli porta la gamma più morbida a disposizione. Visto la bassa abrasività del tracciato, che attenua i valori di usura e degrado. L’unica criticità sarà l’asfalto sporco ed il poco grip, specialmente ad inizio weekend e ad inizio Q1 (visto che le strade vengono riaperte alla normale circolazione). Quindi la track evolution, insieme al traffico, sarà un fattore determinante nelle qualifiche.
A spasso per il circuito di Monaco

Ora andiamo a vedere come trovare il giro perfetto a Monaco.
Primo settore
Si entra sul traguardo attivando il DRS, e si va in approccio della mitica Saint Devote (curva 1). Si frena ai 100 metri (se è possibile anche un po’ oltre), facendo attenzione a non arrivare troppo lunghi, perché finire contro le barriere è un attimo. Si tolgono 4 marce sterzando verso destra e si va in salita verso l’ospedale.
Quasi in cima alla salita (da affrontare in pieno), si piega leggermente a sinistra per poi mantenersi il più vicino alle barriere sulla destra per affrontare la Massenet (curva 3), che è un lungo curvone a sinistra da affrontare in 4°/5° marcia. Qui è importante ritardare l’ingresso, giocare molto con l’acceleratore a centro curva ed avvicinarsi progressivamente verso le barriere a sinistra. Il tutto per preparare al meglio la curva secca a destra del Casinò (curva 4).
Questo è un punto cruciale dove si può fare il tempo: bisogna cercare di entrare con quanta più velocità possibile (sottointeso che bisogna stare attenti a non finire in barriera), sfiorando il cordolo interno per poi lasciare sfogare il motore in uscita. Superata la 4, ci si invola in discesa verso il Mirabeau Alto (curva 5), avendo aggirato prima il dosso presente in questa discesa, con un sinistra-destra. Qui termina il primo settore.
Secondo settore
Per affrontare curva 5 si frena ai 50 metri (facendo attenzione a non bloccare l’anteriore), passando dalla 7° alla 3° marcia, curvando verso destra cercando di passare aderenti al cordolo. Si continua a scendere verso il mitico tornantino del Loews (curva 6), dove i piloti sono costretti ad incrociare le braccia per girare verso sinistra. Si passa dalla 3° alla 1°, ritardando il più possibile la frenata e cercando di evitare il cordolo interno quando la si affronta.

Ci si prepara per il Mirabeau Basso (curva 7) buttando dentro una marcia. Si aggredisce tutto il cordolo interno a destra giocando sull’acceleratore. In uscita della 7 si cerca di rimanere il più a sinistra possibile per preparare l’uscita dal Portier (curva 8 a destra), che lancia sul rettilineo del tunnel (con la semicurva 9 all’interno). Al termine della quale è presente la chicane del Porto (curva 10-11).
Si arriva in 8° in discesa (con il rischio di bloccare l’anteriore e tagliare la chicane) frenando ai 75/100 metri e scalando fino alla 3°. Si curva a sinistra (cercando di passare molto vicini alle barriere interne) e si richiama velocemente la vettura per affrontare la destra ed imboccare l’uscita. Lanciandosi nel breve allungo che porta all’ingresso del tratto veloce del tracciato, per affrontare la curva del Tabaccaio (curva 12).
Si frena leggermente ai 50 metri passando dalla 6° alla 4°, curvando verso sinistra bruscamente, per passare, anche questa volta, molto vicini al cordolo interno. Sfruttando tutta l’uscita senza toccare le barriere all’esterno. Si cerca di rimanere molto aderenti a questa barriera per preparare la velocissima sinistra-destra delle Piscine (curva 13-14) da affrontare in 6°/7° marcia. Poco prima dell’ingresso a curva 13, termina il secondo settore.
Terzo settore
L’ultimo settore inizia con la chicane delle Piscine, da affrontare full gas. In uscita dalla 14 bisogna ritrovarsi molto vicini alla barriera di sinistra per imboccare al meglio l’ultima chicane (curva 15-16, un lento destra-sinistra). In questo punto, solitamente in ingresso, si è visto spesso che i piloti vanno ad impattare con la barriera interna rompendo i braccetti dell’anteriore destra. L’ultimo è stato Leclerc nelle qualifiche della passata stagione, che gli è costato anche la partecipazione alla gara. In uscita solitamente si verificano dei sovrasterzi, quindi i piloti devono essere caparbi a dosare la potenza.

Breve allungo con leggera piega a sinistra (curva 17) per affrontare la Rascasse (curva 18, da affrontare in 2°/3° a destra), entrando così nella parte più lenta e finale del tracciato. Si frena ai 75 metri, facendo molta attenzione a non bloccare l’anteriore, evitando di arrivare troppo veloci e finire dritti in barriera.
Si raddrizza velocemente il volante, dando un accenno di gas e facendo attenzione a non far pattinare il posteriore, per andare a preparare ed affrontare l’ultima curva: l’Anthony Noghes (curva 19). Si curva a destra in 3° passando radenti al cordolo interno, per poi sfruttare in uscita quello esterno e spalancare completamente il gas ed il DRS per transitare sul traguardo.
Hotspots per il sorpasso
Sorpassare a Monaco, come è noto, è praticamente impossibile. E con queste auto così ingombranti e difficili da gestire a bassissima velocità, sarà un azzardo non da poco. Forse l’unico punto adatto, e quello più usato anche nella stagioni precedenti, è la staccata all’uscita in fondo al tunnel della chicane del porto.
Mescole GP Monaco 2022

(Photo by Pirelli)
Pirelli PZero White Hard: C3
Pirelli PZero Yellow Medium: C4
Pirelli PZero Red Soft: C5
Statistiche GP di Monaco
Edizioni disputate: 78
Lunghezza tracciato: 3,337 km
N. di curve: 19
N. di giri: 78
Distanza GP: 260,286 km
Piloti con il maggior numero di vittorie: Ayrton Senna x6 (1987 Lotus, 1989-1990-1991-1992-1993 McLaren)
Squadra con il maggior numero di vittorie: McLaren x15 (Alain Prost 1984-1985-1986-1988, Ayrton Senna 1989-1990-1991-1992-1993, Mika Hakkinen 1998, David Coulthard 2000-2002, Kimi Raikkonen 2005, Fernando Alonso 2007, Lewis Hamilton 2008)
Piloti con il maggior numero di pole position: Ayrton Senna x5 (1985 Lotus, 1988-1989-1990-1991 McLaren)
Squadre con il maggior numero di pole: McLaren x11 (Alain Prost 1984-1986, Ayrton Senna 1988-1989-1990-1991, Mika Hakkinen 1998-1999, David Coulthard 2001, Kimi Raikkonen 2005, Fernando Alonso 2007)
Pilota con il maggior numero di giri veloce: Micheal Schumacher x7 (1994 Benetton, 1997-2004-2005-2006 Ferrari)
Squadra con il maggior numero di giri veloce: Ferrari x17 (Juan Manuel Fangio 1956, Mike Hawthorn 1958, Richie Ginther 1961, John Surtees 1963, Lorenzo Bandini 1966, Clay Regazzoni 1976, Michele Alboreto 1985, Jean Alesi 1995, Micheal Schumacher 1997-2004-2005-2006, Kimi Raikkonen 2008, Felipe Massa 2009)
Giro record in qualifica: 1:10:166 Lewis Hamilton/Mercedes (2019)
Giro record in gara: 1:14:260 Max Verstappen/Red Bull (2018)