Seconda tappa del trittico post vacanze. Dopo il Belgio, la F1 fa visita nel regno di Verstappen a Zandvoort, in Olanda. L’idolo locale, che ha dominato nell’edizione del rientro in calendario del GP di casa, arriva da due vittorie in rimonta. E sicuramente non vorrà fermarsi proprio ora.
Il conto tra Ferrari e Red Bull nelle gare di casa (dei piloti e dei i team) disputate fin qui, è sul 3-2 in favore degli anglo-austriaci. Sicuramente la voglia di riscossa degli uomini di Maranello è alta, viste le pessime prestazioni offerte negli ultimi due appuntamenti.
Ancor di più su un tracciato che dovrebbe esaltare la F1-75 ed alla vigilia del GP d’Italia. Per preparare al meglio quella che sarà una festa colorata di rosso sugli spalti dello Stradale di Monza. Ma ora andiamo a scoprire il teatro del 15° round della stagione 2022.
Caratteristiche del circuito
Il tracciato di Zandvoort negli anni ha subito numerose modifiche. Ed anche per tornare ad ospitare il massimo campionato a ruote scoperte, ha dovuto subire un ulteriore restyling. Il tutto per assicurare più spettacolo, visto le poche occasioni di sorpasso che la pista offre.
Per questo motivo è stato deciso di introdurre due paraboliche con un camber molto elevato. Maggiore anche di quello offerto da Indianapolis. Oltre a favorire anche una diversa interpretazione delle 14 curve presenti (10 a destra e 4 a sinistra).
Questo farà sì che gli pneumatici Pirelli (l’azienda milanese ha deciso di portare la gamma più dura dei prodotti a sua disposizione) soffriranno moltissimo i carichi laterali. Questa sarà la variabile a cui gli ingegneri dovranno prestare molta attenzione in questo fine settimana. Considerato che passare non è scontato, preferendo optare per una strategia ad una sola sosta.
La distanza da percorrere per un completare un giro è abbastanza corta, solo 4,259 km. Da effettuare 72 volte per un totale di 306.648 km, con due zone DRS presenti. La prima sul rettilineo principale (nel corso della prima sessione sarà sperimentata l’attivazione sull’ultima parabolica) e la seconda sul dritto che separa le curve 10 e 11.
Assetti delle vetture
La configurazione aerodinamica ottimale da adottare è quella da alta deportanza. Dovuta alla presenza di lunghi curvoni ad alta e bassa velocità e di brevi rettilinei. Questo permetterà di mantenere un’ottima andatura a centro curva, oltre che riuscire a portare molta velocità in ingresso.
Per quanto riguarda l’assetto meccanico, a causa dei numeri saliscendi ed avvallamenti presenti, oltre a poche staccate impegnative, è consigliabile adottare delle molle e barre antirollio abbastanza morbide. Il tutto per avere una vettura più sincera e meno nervosa, in grado di leggere le asperità del terreno. Ma questo comporterà l’innalzamento della vettura da terra, per evitare l’innescamento di porpoising e bottoming.
Problematiche pneumatici
Visti gli elevati carichi a cui le gomme anteriori, ed in particolar modo quella sinistra, sono sottoposte, è fondamentale tenere sotto controllo la temperatura dell’asse anteriore. Questo perché si sta parecchio tempo in appoggio e sono presenti poche occasioni di smaltire il calore generato.
L’asfalto, grazie anche alle dune di sabbia presenti nei dintorni, potrebbe presentare un livello di abrasività maggiore di quello di previsto. Specie durante i primi turni con pista green. Ma in compenso offre un elevato grip, per effetto dell’asfaltatura avvenuta l’anno scorso.
A spasso per il circuito di Zandvoort

Ora andiamo a vedere come trovare il giro perfetto a Zandvoort.
Primo settore
Si esce dalla parabolica dell’ultima curva full gas, portando quanta più velocità possibile, per lanciarsi con DRS aperto sul rettilineo del traguardo ed iniziare il giro. Si frena ai 75 metri, scalando fino alla 3°/4° marcia, per approcciare curva 1 (Tarzanbocht). Qui è molto importante avere una buona velocità a centro curva, per uscire nel modo più rapido possibile sfruttando tutto il cordolo in uscita.
Curva 2 (Gerlachbocht) è una curva secca verso destra che si potrebbe affrontare in pieno in 6°. Altrimenti basta dare un piccolo colpo di freno per mettersi in giusta posizione ed affrontare la prima parabolica presente sul tracciato. Cioè curva 3, la Hugenholtzbocht.
Grazie alle nuove modifiche è possibile affrontarla con varie traiettorie, più larga e rotonda per favorire una migliore velocità a centro curva o più stretta a V per favorire una migliore trazione. Il tutto varia a seconda della monoposto e dello stile di guida del pilota.
Sfruttando tutta l’uscita, ci si invola full gas nel saliscendi delle curve 4 (Hunserug), 5 e 6 (Slotemakerbocht), un veloce destra-sinistra-destra. Ed è al termine di questa sezione che si conclude il primo tratto di pista.


Secondo settore
Usciti dalla 6 è importante rimanere molto larghi, quasi a toccare la ghiaia, per preparare al meglio l’ingresso della 7 (Scheivlak). La curva più sfidante dell’intero tracciato. Se si riesce ad avere un giusto ingresso è possibile affrontarla in pieno con la 6° marcia inserita, per poi sfruttare tutto il cordolo in uscita. Altrimenti è facile finire nella ghiaia a causa del sottosterzo.
Ora arriva il tratto dei curvoni medio-veloci 8 (Masterbocht), 9 (Bocht 9) e 10 (Bocht 10), Il primo si affronta in sesta marcia tagliando molto l’ingresso sul cordolo, ma rimanendo largo in uscita. Così facendo si avrà tanta velocità per essere in posizione per la 9.
Questa curva si affronta in 3° marcia. Passando molto vicino al cordolo interno è possibile sfruttare tutta l’uscita. Facendo attenzione a non avere del sottosterzo, il quale potrebbe causare un effetto pendolo e tramutarsi in sovrasterzo.
Veloce cambio di direzione per affrontare la Bocht 10, l’ultimo curvone di questo tratto, in 4° marcia. Bisogna rimanere abbastanza lontani dal punto di corda, anche se non troppo, facendo sempre attenzione a non finire troppo larghi a causa del sottosterzo.
Il tutto per portare più velocità possibile in uscita ed affrontare il secondo rettilineo a massima velocità . A questo punto si apre il DRS ed al termine del dritto, pochi metri prima di iniziare la frenata di curva 11, finisce il secondo settore.
Terzo settore
La curva 11 (Hans Ernst Bocht) è una curva quasi a 90° seguita dalla 12, che è un curvone a bassa velocità da affrontare in terza marcia. Con DRS aperto si frena a 100 metri. E non oltre, altrimenti c’è la ghiaia ad accogliere il lungo. Si sterza velocemente a destra, saltando letteralmente sul cordolo per mettersi subito in posizione per curva 12.
Anche qui, così come alla 3, è possibile affrontarla in due modi: rimanendo più cuciti al cordolo per sfruttare la trazione o leggermente staccati dalla corda per portare più velocità a centro curva. In entrambi i casi è fondamentale sfruttare tutto il cordolo in uscita.
Breve allungo che porta alle due curve finali la 13 (Kumhobocht) e la parabolica finale, curva 14, la Arie Luyenduk Bocht. Si frena scalando fino alla 4°, passando molto vicini al cordolo interno, per poi spalancare il gas. Sfruttando tutto il cordolo in uscita, si affronta la 14 a piena potenza. Si apre il DRS ed è cosi che termina il giro a Zandvoort.


Hotspots per il sorpasso
Le opportunità di sorpasso sulla pista sono solamente 4: sul rettilineo principale con il DRS, la staccata di curva 1, quella di curva 3 e la staccata alla fine del rettilineo opposto, in curva 11 sempre grazie al DRS. Vedremo se, con le nuove monoposto, i piloti potranno inventarsi delle manovre in altri punti.
Mescole GP Olanda 2022

(Photo by Pirelli)
White Hard: C1
Yellow Medium: C2
Red Soft: C3
Statistiche GP di Olanda
Edizioni disputate: 31
Lunghezza tracciato: 4,259 km
N. di curve: 14
N. di giri: 72
Distanza GP: 306,648 km
Piloti con il maggior numero di vittorie: Jim Clark x4 (1963-1964-1965-1967 Lotus)
Squadra con il maggior numero di vittorie: Ferrari x8 (Alberto Ascari 1952-1953, Wolfgang von Trips 1961, Jacky Ickx 1971, Niki Lauda 1974-1977, Didier Pironi 1982, René Arnoux 1983)
Piloti con il maggior numero di pole position: René Arnoux x3 (1979-1980-1982 Renault)
Squadre con il maggior numero di pole: Lotus x8 (Stirling Moss 1960, Jim Clark 1963, Graham Hill 1967, Jochen Rindt 1969-1970, Ronnie Peterson 1973, Mario Andretti 1977-1978)
Pilota con il maggior numero di giri veloce: Jim Clark x5 (1961-1963-1964-1965-1967 Lotus)
Squadra con il maggior numero di giri veloce: Ferrari x10 (Alberto Ascari 1952, Luigi Villoresi 1953, Jacky Ickx 1970-1971, Niki Lauda 1975-1977, Clay Regazzoni 1976, Gilles Villeneuve 1979, René Arnoux 1983-1984)
Giro record in qualifica: 1:08:885 Max Verstappen/Red Bull (2021)
Giro record in gara: 1:11:097 Lewis Hamilton/Mercedes (2021)