Che con Leclerc fuori dai giochi la vittoria si sarebbe giocata tra Verstappen e Sainz, era scontato. Con l’olandese che ha prevalso, al termine di un inteso confronto sul passo gara.
Alle loro spalle le due Mercedes si sono riprese il ruolo di terza forza, insidiato durante le libere da due outsider: Vettel ed Alonso. L’asturiano è stato protagonista nel sabato bagnato, portando la sua Alpine A522 al secondo posto in griglia. E’ vero che in gara ha patito problemi, ma una strategia non idonea l’ho estromesso dalla lotta la podio.
Il tedesco, invece, è stato sì protagonista, ma in negativo. Dopo la terza posizione in FP3 (sempre bagnate) ed un ottimo inizio di weekend il venerdì anche sull’asciutto, tutto è precipitato dal primo giro di qualifica. Infatti un’errata decisione del team sulle pressioni delle gomme, ha reso la macchina inguidabile. Per questo lui ed il suo compagno, sono stati esclusi mestamente nel Q1. Infine la domenica, ancora una volta, il team l’ha affossato con una strategia discutibile.
In top ten l’Alfa Romeo. La quale torna a segnare punti con entrambi i piloti, dopo qualche weekend tormentato. Il rookie Zhou nelle ultime gare era salito di livello, ma solo la sfortuna gli ha impedito di smuovere la classifica. Questa volta si è rifatto con gli interessi, pur essendo all’esordio assoluto sul Circuit Gilles Villeneuve. Centrando la sua prima Q3 il sabato, battendo nuovamente Bottas, e poi il miglior risultato in carriera la domenica.
Tabella passi gara
Posizione Finale | Pilota | 1° Stint | 2° Stint | 3° Stint |
1° | Verstappen | 18.332 (M) | 17.587 / 17.760* (H) | 16.908 / 16.142** (H) |
2° | Sainz | 18.455 / 17.814* (M) | 17.589 (H) | 16.189 (H) |
3° | Hamilton | 18.788 (M) | 18.016 / 18.057* (H) | 16.736 / 16.531** (H) |
4° | Russell | 19.221 / 18.150* (M) | 17.910 (H) | 17.170 / 16.828** (H) |
5° | Leclerc | 19.883 / 19.487 / 18.548 (H) | 18.302 / 16.944* (M) | —– |
6° | Ocon | 19.645 / 19.132 (M)* | 18.593 (H) | 17.534 (M) |
7° | Bottas | 20.021 / 19.648* / 18.940* (H) | 17.535 (M) | —– |
8° | Zhou | 19.589 / 19.378* (M) | 19.250 (H) | 17.585 (H) |
9° | Alonso | 18.783 / 20.930* (M) | 18.460 (H) | 17.591 (M) |
10° | Stroll | 20.288 / 19.685* / 19.262* (H) | 18.181 M | —– |
11° | Ricciardo | 19.766 / 19.522* (M) | 19.214 (H) | 18.545 (H) |
12° | Vettel | 20.681 M | 18.839 H | 18.925 / 18.696** H |
13° | Albon | 19.999 / 19.893* (M) | 19.788 (H) | 18.544 (H) |
14° | Gasly | 21.215 (M) | 18.767 / 19.439* (H) | 18.850 / 18.594** (H) |
15° | Norris | 20.028 / 19.895* (H) | 19.234 (M) | 17.973 / 18.663** (H) |
16° | Latifi | 21.592 (M) | 20.032 / 20.384* (H) | 19.276 / 19.432** (H) |
17° | Magnussen | 19.941 (M) | 18.768 / 19.249* / 20.093* (H) | —– |
DNF | Tsunoda | 20.170 (M) | 18.719 / 19.315* (H) | —– |
Note: * = post VSC; ** = post SC

(Photo by Pirelli)
Red Bull e Ferrari, tra strategia e passo
Una volta superato Alonso, Sainz è andato a caccia del campione del mondo. Il duello è stato accesso per tutta la gara, con i due piloti che hanno optato per strategie diverse. Ed un ritmo praticamente alla pari.
Durante la prima VSC, Verstappen si è fermato a differenza del rivale a montare la hard. Il quale ha ritardato la sosta, fermandosi allo scadere del secondo congelamento della gara. Il numero 55 in questa fase, in cui entrambi erano sulla bianca (più usurata per l’orange), ha ridotto sensibilmente lo svantaggio. Girando con un ritmo più rapido. Così il team anglo-austriaco ha reagito effettuando la seconda sosta e montando il secondo treno di hard.
Super Max era in rapido avvicinamento sulla F1-75. Ma la SC causata da Tsunoda poche tornate dopo, è arrivata in aiuto di Sainz. Il madrileno ha potuto mettersi anche egli su una nuova C3 e giocarsi ad armi pari la vittoria. Ha provato il tutto per tutto, mantenendosi agganciato allo scarico della RB18 ed al DRS. Però la velocità massima della Red Bull ha reso vane ogni speranza e velleità di attacco.
Ancora una volta le due monoposto si sono rivelate sullo stesso passo. A fare notizia è senz’altro che questa volta sia stato Sainz a reggere, per la prima volta in questa stagione, il passo di Verstappen. Sicuramente la qualifica e la miglior velocità di punta dei rivali, gli hanno negato la gioia della prima vittoria in carriera.
Leclerc rimonta con difficoltà, Perez si ferma
Leclerc, come ha dichiarato lo stesso Binotto al termine del weekend, sapeva già da una settimana che sarebbe partito dal fondo. Ed ovviamente il suo programma di lavoro si è spostato sulla preparazione della domenica. Il passo rispetto ai primi due è imparagonabile, visto che ha girato nel traffico e con una strategia differente (unica sosta H-M). Ma ha evidenziato che rimontare con queste vetture, anche con una monoposto più performante e su un tracciato semplice per i sorpassi, è cosa assai ardua.
Possiamo prendere come paragone la rimonta di Vettel nel 2017, sempre in Canada. In quella circostanza, il tedesco finì in fondo al gruppo dopo aver sostituito l’ala anteriore. A causa di una manovra maldestra di Verstappen in curva 1. La rimonta fu molto più semplice, per certi versi, e più rapida. Tant’è che limitò i danni terminando la gara in 4° posizione.
Questo significa che il divario tra il centrogruppo ed i due top team, in tracciati corti, sia più basso che in passato. E che l’effetto scia sia molto ridotto, pur garantendo di poter seguire la monoposto che precede con più facilità.
Difatti, una volta che Leclerc ha incontrato sulla sua strada Ocon, non è riuscito a schiodarsi dalle sue spalle per parecchi giri. Mancando proprio in trazione al tornantino, il piatto forte della casa, oltre che in velocità di punta. Alla fine per il monegasco, grazie anche alla SC ed una spettacolare manovra sul francese, è arrivata una P5.
Chi si deve rammaricare tra i due top team, è senz’altro Perez. Il messicano dopo l’errore in Q2 al sabato, è stato costretto al ritiro solo dopo 9 tornate. Per un guasto al cambio, arrivato a fine vita.




Sprazzi di performance per Mercedes
La W13 in Canada, tutto sommato, si è comportata molto bene. Specialmente con Hamilton, il quale ha adottato un assetto più scarico rispetto al vicino di box. Il 7 volte campione del mondo, in ogni stint di gara, ha accusato un ritardo di quattro decimi rispetto al duo davanti. E solo grazie ad una mossa sbagliata dell’Alpine, si è potuto regalare la gioia di tornare sul podio dopo il Bahrain.
E’ nell’ultimo stint, dopo la SC, che il numero 44 ha mostrato di poter arrivare sugli stessi tempi di Verstappen e Sainz. A riprova che, in alcuni frangenti, la monoposto della Stella riesce ad esprimere il vero potenziale. Il quale è presente, ma è complicato da estrarre per i tecnici di Brackley.
Per quanto riguarda Russell, scattato più indietro per l’azzardo di montare le soft in qualifica, il suo passo nel primo stint è stato sporcato dal traffico. Infatti nel secondo, montate le hard e con strada libera, i tempi sono stati praticamente identici a quelli di Hamilton. Salvo poi pagare tre decimi nell’ultimo run, sia prima che dopo l’ingresso della SC. Alla fine è arrivato un quarto posto, che gli consente di continuare la striscia in top 5.


La strategia ed un problema costano la lotta al podio di Alonso
Il grande protagonista del sabato canadese è stato Alonso. Lo spagnolo ha ritrovato la prima fila dieci anni dopo l’ultima volta. Infatti, fin dai primi giri del venerdì aveva evidenziato un’elevata competitività. La quale si è rivelata essere la medesima anche su pista bagnata.
Pronti via ha dovuto inevitabilmente lasciare il passo al duo Red Bull-Ferrari, scendendo in terza posizione. Il passo dimostrato durante i primi giri, e nel primo stint, è stato migliore rispetto a quello di Hamilton. Ma a differenza della Mercedes, l’Alpine ha deciso di tenere fuori Alonso.
L’asturiano però ha iniziato a subire un crollo verticale, perdendo più di un secondo a giro da Hamilton. Complice anche un problema al motore. Questa mossa di tenerlo fuori con gomme molto usurate, lo ha di fatto estromesso dalla lotta al podio. Subendo inoltre il sorpasso di Russell, una volta effettuato il pit stop. Rimanendo imbottigliato anche nel traffico del compagno. Il quale si era fermato solo poche tornate prima.
Pur girando nel complesso più velocemente con le hard, rispetto al numero 31. Ocon, infatti, aveva avuto un primo run molto più consistente. Con i suoi tempi che si sono velocizzati con il passare dei giri. Inoltre, nelle prime fasi del secondo stint, è riuscito a tenere a bada Leclerc.
Il due volte campione del mondo, nell’ultimo run si è solo dovuto difendere dall’assalto di Bottas. E proprio a pochi metri dal traguardo, si è preso cinque secondi di penalità (sacrosanti) per waveing. Cambiando traiettoria 5/6 volte sul rettilineo, ai danni del finlandese. Sanzione che l’ha fatto scivolare in 9° posizione. Altamente immerita per la performance espressa.


Il ritorno dell’Alfa Romeo e la crescita di Zhou
Dopo alcuni problemi patiti nelle ultime settimane, soprattutto lato PU con Zhou, l’Alfa Romeo ritrova parzialmente le prestazioni offerte nelle prime gare. Finalmente anche il giovane cinese si è tolto di dosso un po’ di sfortuna, che lo aveva perseguitato anche a Baku. Nonostante delle prove di buon livello offerte nelle gare tra maggio e giugno.
Il weekend di Zhou è stato pressoché perfetto, solo il risultato finale stona con la prestazione. Infatti, per il secondo GP consecutivo è stato più veloce di Bottas in qualifica. Rifilando, all’esperto pilota ex Mercedes, quasi sei decimi che gli sono valsi il primo Q3 della carriera. Ed anche in gara è stato più veloce del finnico, nonostante una strategia diversa tra i due.
Quando si sono ritrovati sulla stessa mescola, la hard, il rookie è andato nettamente più veloce. Inoltre nell’ultimo run, pur con una mescola di svantaggio, ha girato sugli stessi tempi del 77. Il quale era sulla media e stava provando ad attaccare Alonso, come detto in precedenza.
Nonostante le critiche che Vasseur ha ricevuto l’anno scorso per il suo acquisto, il pilota asiatico si sta rivelando solido ed affidabile. E soprattutto fin qui non ha commesso danni costosi, come altri piloti. Dimostrandosi intelligente a riconoscere i suoi limiti ed a cercare di non superarli.


Aston Martin manca un bottino grosso per se stessa e Vettel
Già dopo le FP2 sembrava che l’antica rivalità tra Vettel ed Alonso potesse aggiungere un nuovo capitolo alla saga. Convinzione rafforzata dai risultati sul bagnato della FP3.
Ma alla fine del Q1 le speranze si sono infrante. Ed è stato eloquente il team radio del tedesco. Nel quale chiedeva al team cosa era andato storto rispetto a due ore prima. Più tardi si è scoperto che le pressioni utilizzate in qualifica erano troppo alte, rendendo la macchina inguidabile. Così, da un sabato in cui poteva venire fuori la miglior qualifica per il team e Seb, la giornata si è trasformata in un incubo.
Chiaramente lo scialbo risultato del sabato si è ripercosso sulla domenica. Invece di partire in un’ottima posizione e portare a casa punti pesanti, la gara è stata impostata su una rimonta dal fondo. Il tutto per racimolare qualche punto. Decidendo di diversificare le strategie con i due piloti. Vettel in partenza con le medie, mentre Stroll con le hard.
Niente punti per il tedesco, per il traffico ed una strategia insensata
Nonostante un passo più veloce, il 4 volte campione del mondo è rimasto chiuso dal traffico. Per questo motivo, giustamente, è stato richiamato per una sosta molto anticipata ad indossare le hard. Peccato che un’altra volta la sfortuna si è scagliata contro di lui.
Mentre volava, recuperando decimi preziosi sul gruppo che lo precedeva, è uscita la VSC per il ritiro di Perez. Così facendo si è trovato avanti Tsunoda in uscita dal box. Il quale ha approfittato del congelamento della corsa, per dimezzare il tempo della sosta. A questo punto si è nuovamente dovuto accodare, pur con un ritmo più veloce tra le mani.
Non potendo sorpassare l’AlphaTauri, ha sfruttato la seconda VSC per montare un nuovo set di hard. Questa volta è riuscito a sfruttare l’aria libera, ed il lavoro da stopper di Stroll. Il canadese, infatti, aveva ancora le dure montate dalla partenza. Dando la possibilità al compagno di riportarsi sul gruppetto capeggiato dall’idolo di casa.
Ma proprio poche tornate dopo, è uscita la SC per l’incidente di Tsunoda. Ed è qui che si è consumato l’ennesimo disastro strategico dell’AM ai danni di Vettel. Il tedesco aveva la possibilità di una sosta gratis, in quanto era l’ultima vettura non doppiata e Magnussen era lontano 16 secondi.
Invece di montargli la soft nuova per 15 giri, il muretto ha pensato bene di farlo continuare con una hard di 30 giri, per guadagnare qualche posizione senza la sosta. Nonostante la Pirelli avesse dichiarato che la soft potesse percorrere 17 giri ad inizio gara.
Così facendo, l’hanno buttato in pasto a coloro che hanno sfruttato la situazione per effettuare il pit stop. Ha provato a difendersi, ma ormai era senza armi. Con una strategia adeguata non solo sarebbe arrivato a punti, ma avrebbe conteso la posizione quantomeno a Zhou.


Stroll si porta via un punto dalla gara di casa
Nonostante continui ad accusare problemi di adattamento alla nuova monoposto, Lance Stroll viene via da Montreal con un punto in tasca. Il passo rispetto a Vettel, sia sull’asciutto e sia sul bagnato, era molto lento nelle libere. Ma con una strategia ad hoc è riuscito a rimontare dalla 17° posizione in griglia. Come accennato, nella parte centrale della gara ha fatto da tappo. Creando un gruppetto di macchine che sono rimaste inchiodate alle sue spalle, vista la buona velocità dell’AMR22.
Ma proprio poco prima di rientrare ai box ha dato tutto, spremendo fino all’ultima goccia delle sue gomme. Così facendo è riuscito ad aprirsi del gap. Anche se la SC innescata da Tsunoda, pochi giri dopo, gli è tornata utile. A quel punto con pneumatici freschi, è andato all’attacco della zona punti. Prima è stato dato l’ordine a Vettel di farlo passare e successivamente ha superato la McLaren di Ricciardo. Centrando la decima posizione.
Un ottima fine di weekend per lui, dopo aver preso paga dal compagno per tre giorni di fila. Ma è sembrato che il team si sia concentrato molto più su di lui, per non farlo sfigurare nella gara di casa. Piuttosto che raccogliere punti con entrambi i piloti.
Weekend disastroso per AlphaTauri e McLaren. Domenica da dimenticare per la Haas.
Per AlphaTauri e McLaren è stato un fine settimana da archiviare rapidamente. I due baluardi di questi team (Gasly e Norris), sono stati più lenti dei loro rispettivi compagni in gara. Per Ricciardo è la seconda volta consecutiva. L’australiano sembrerebbe aver trovato qualcosa che gli ha fatto cambiare marcia. Nonostante una MCL36 che, come detto settimana scorsa, ha sofferto la trasferta canadese. Norris, invece, non ha trovato per niente il passo durante tutto il GP.
Per il team di Faenza, il risultato della domenica è il frutto della qualifica di sabato. Specialmente con Gasly, out in Q1. Tsunoda era consapevole già dal venerdì di partire in ultima posizione, considerando la sostituzione degli elementi della PU. Per questo si è dedicato ad un assetto più da gara. E questa potrebbe essere la spiegazione perché sia andato leggermente meglio del compagno. Fino all’errore in uscita dalla pitlane, che gli è costato la possibilità di entrare nei punti.
Entrambi i piloti avevano un passo appena più rapido dell’Aston Martin di Vettel. Ma per lo stesso motivo del tedesco (il traffico), non sono riusciti a rimontare.
La Haas dopo un sabato da sogno, con entrambi i piloti in Q3 ed a monopolizzare la terza fila, ha capito fin dal primo giro che non era giornata. Magnussen ha tentato un attacco su Hamilton, ma un leggero contatto gli ha danneggiato la bandella laterale.
A quel punto si è visto sventolare la bandiera nero-arancio, che l’ha costretto a rientrare nei box. Per lui gara finita lì, visto che non aveva un gran ritmo per provare a rientrare nei punti. Mentre per Schumacher, la gara è terminata al giro 20 mentre era in P7. Per un ennesimo guasto alla PU.
Albon salva l’onore Williams.
Albon, dopo un sabato magistrale in cui ha fatto il suo ingresso in Q2, ha provato a fare quel che ha potuto con il materiale a disposizione. Vista l’assenza di un passo competitivo rispetto ai rivali del centrocampo della Williams. Strappando un onorevole P13, il massimo in questo momento della stagione.
Latifi ha vissuto un primo GP casalingo da incubo. Accumulando un distacco sul passo dal compagno fuori dalla logica. Specie se pensiamo che solo pochi mesi fa teneva testa a Russell. Che abbia ragione lui nel dire che c’è qualcosa oltre alla diversa comprensione della vettura tra i due? Sicuramente correre sapendo che il suo sedile è ormai di un altro, non è una situazione facile.








La F1 torna nella sua culla a Silverstone!
Il prossimo appuntamento è uno di quelli più attesi dai tifosi, piloti, tecnici ed addetti ai lavori. Sto parlando del GP di Gran Bretagna a Silverstone, luogo nel cui 72 anni fa nacque la F1. Inoltre per sei dei dieci team significa anche gara di casa. Oltre che per Hamilton, Russell e Norris.
Il circuito d’oltremanica rappresenterà la sede perfetta, per molte squadre, di portare il secondo corposo pacchetto di aggiornamenti. Ed inoltre dovrebbe essere la pista adatta per valutare la massima performance delle nuove monoposto ad effetto suolo. Vista la presenza di curvoni veloci ed asfalto piatto, senza la presenza di particolari dossi.
Sicuramente per la vittoria ci sarà il solito duello Red Bull-Ferrari, con Leclerc desideroso di tornare alla vittoria. La quale manca ormai dal GP d’Australia. Mercedes, con l’annunciato pacchetto, potrebbe riuscire ad esprimere il potenziale della W13. Rappresentando una minaccia per il quartetto, considerando che Silverstone è un giardino di casa del team di Brackley.
Chi ci tiene a fare bella figura, e riscattare il Canada, è la scuderia che ha sede a pochi passi dalla pista. E cioè l’Aston Martin. L’AMR22 da Barcellona è in netta crescita, ma è ora di cogliere quanto seminato e non accontentarsi delle briciole.
Inoltre anche loro hanno annunciato un nuovo pacchetto. La cui funzione sarà quella di migliorare il comportamento della vettura nelle curve veloci. Potrebbe essere uno step importante che li porterà definitivamente in vetta al centrocampo. Considerando la buon velocità espressa nelle curve a bassa e media velocità. Oltre ad un basso drag, che fa svettare la “verdona” come miglior motorizzata Mercedes.
Ma ovviamente ci saranno anche le altre squadre e la lotta a centrocampo sarà intensa. Come lo è stata fino ad ora. Dove i millesimi faranno la differenza.