Formula 1 | Mercedes is back! Gli avversari ora tremano!

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

La Freccia d'Argento riesce nel suo intento e, grazie ad un imperioso Russell, spezza l'incantesimo durato un anno. Addirittura con una doppietta, sia in partenza e sia in gara, che non accadeva da inizio novembre 2020 ad Imola. Grazie a questo finale di stagione in crescendo, ritorna ad incutere terrore agli avversari in vista 2023. Le due contendenti di questa stagione hanno mostrato crepe differenti ad Interlagos. Endemico il problema delle strategie ed affidabilità Ferrari, mentre volano gli stracci in casa Red Bull!

Un anno. Questo il lasso di tempo che la Mercedes ha dovuto attendere per tornare ad esultare. Un periodo interminabile per chi era ormai abituato a vincere a ripetizione, gare e mondiali, ogni stagione da 8 anni a questa parte. Eppure tanto ci è voluto per far progredire la W13, il peggior progetto dell’era ibrida della Stella, e farlo arrivare sul gradino più alto del podio. Vivendo una domenica da sogno.

Weekend praticamente dominato da Russell, glaciale nella Sprint e soprattutto in gara, che gli è valso la gioia della prima vittoria in F1. Riprendendosi, con gli interessi, ciò che il fato gli aveva tolto nella sua prima apparizione in Mercedes nel GP di Sakhir nel 2020. Mostrando al mondo intero perché Toto Wolf abbia deciso di puntare su di lui per il futuro.

Lo strapotere evidenziato dal team di Brakley, ha il sapore di ritorno al passato. Quando la monoposto grigia, negli anni d’oro, si impossessava della prima fila ed in gara non c’è ne era per nessuno. Questo è stato reso possibile grazie al secondo posto di Hamilton. Autore di un’altra doppia rimonta ad Interlagos. Prima nella Sprint, arrivando terzo e sfruttando la penalità di Sainz per partire in prima fila. E poi in gara, a causa del contatto provocato da Verstappen ai suoi danni. Facendo riavvolgere il nastro della memoria ad un anno fa esatto.

Con l’ingresso della SC nel finale, il sette volte campione del mondo ha pregustato la possibilità di mantenere intatto il suo record. Che lo vede vincente ogni anno dal suo ingresso nel Circus. Invece, il giovane compagno di squadra, non ha mostrato la minima crepa. Gestendo alla perfezione anche la seconda ripartenza, dopo la prima arrivata nei primissimi giri.

I segreti dietro la rinascita della Stella

Questa doppietta è frutto della determinazione e del non volersi arrendere da parte degli anglo-tedeschi. Al cospetto di una monoposto nata male e che sembrasse riluttante alle numerose modifiche apportate dai tecnici. Senza perdersi d’animo, hanno passato settimane a fare esperimenti per cercare di capire il problema principale, leggi porpoising, che ne ha minato la comprensione dei punti deboli e di forza. Ritardandone la normale attività di sviluppo.

Una mano è sicuramente arrivata dalla contestatissima direttiva tecnica TD 39/2022 introdotta a Spa. Ma dal GP del Belgio sono passati più di due mesi e mezzo. E in questo periodo, a parte la parentesi di Zandvoort, la Mercedes ha evidenziato i soliti problemi di scarsa competitività di tutta la stagione. Mentre la Ferrari si era già sgonfiata prima della pausa e la Red Bull, è il caso di dirlo, ha messo le ali da quella tappa. Allungando le mani sui titoli.

La svolta decisiva è arrivata ad Austin, complice la voglia di continuare a progredire ed affinare la conoscenza della W13. Insieme a quella di trasferire tutte le lezioni apprese in questa complicata stagione sulla monoposto 2023. Per questo i tecnici della Freccia hanno portato l’ultimo notevole pacchetto di aggiornamenti in vista della trasferta americana. Mentre i competitors, avevano già rivolto lo sguardo sulla vettura del prossimo campionato.

Lewis Hamilton, Mercedes W13, GP Stati Uniti
Photo by: Twitter Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team

Degli upgrade installati al COTA, a rubare l’occhio sono stati fondo ed ala anteriore contestata. Poi rivista e corretta per la settimana seguente in Messico. Ma la differenza l’hanno fatta anche le nuovi componenti sotto pelle, alleggerite, che hanno portato la W13 vicino al limite di peso minimo. Accendendo di fatto la vettura e migliorandone notevolmente la finestra di utilizzo.

Ancora una volta, in questa stagione, abbiamo avuto prova di quanto sia fondamentale sviluppare le parti meccaniche. E non solo quelle aerodinamiche. Il tutto si è tramutato immediatamente in prestazione, sfornando una gara che stava per portare Hamilton alla vittoria. Se non fosse stato per un’errata strategia gomme.

I primi segnali di ritorno e la vittoria in Brasile

L’exploit del Messico si pensava fosse da attribuire all’aria rarefatta presente all’autodromo Hermanos Rodriguez. Perché attenuava uno dei principali difetti della vettura di Brackley. Quel drag che è stato descritto come una sorta di paracadute dall’epta campione del mondo, in più di un’occasione.

Una cosa era chiara però, la W13 era quantomeno arrivata al livello della Ferrari F1-75. Ma nessuno si attendeva la prestazione carioca. In quanto il circuito José Carlos Pace predilige una monoposto con un’elevata efficienza aerodinamica. Caratteristica su cui si basa la RB18, che era vista come la grande favorita nell’accoppiata con Verstappen.

Invece, complice anche problemi di sottosterzo non corretti dalla Red Bull a causa della mancanza di possibilità di lavorarci per la presenza della Sprint, la Mercedes ha raccolto i frutti di un duro lavoro durato mesi. Dando credito anche ad una PU che è stata tanto bistrattata nel 2022. Non tenendo conto che, ormai, le quattro unità motrici presenti in griglia si equivalgono. E che i motorizzati di Brixworth hanno patito tutti problemi aerodinamici e telaistici. Facendo riscontrare basse velocità allo speed trap da inizio anno.

Con questo successo, la Stella torna a mettere pressione e paura sulle spalle degli avversari in vista del 2023. Perché è risaputo che, quando i regolamenti rimangono stabili, finire la stagione in crescendo è sinonimo di ripartire forte ed in fiducia per la stagione successiva. A differenza di quello che innesca un trend negativo nella parte finale dell’anno.

George Russell, Mercedes W13, GP San Paolo
Photo by: Twitter Mercedes-AMG PETRONAS F1 Team

Per Ferrari, soliti problemi. In Red Bull la coppia scoppia!

Gli avversari, nella terra di Senna, hanno ribadito lacune già note e mostrato una situazione interna tutt’altro che idilliaca. La Ferrari è ancora una volta vittima della sue paure e fragilità. Un grossolano errore di scelta in qualifica, costringe alla rimonta Leclerc al sabato. Il quale poi è rimasto vittima di un incidente nelle prime fasi di gara con Norris alla domenica.

Ma nonostante l’essere finito in fondo al gruppo ad inizio gara, è riuscito a risalire fino alla 4° piazza. Weekend competitivo per Sainz, che ha chiuso 2° nella Sprint e 3° in gara. Se non fosse stato per la penalità per la sostituzione del motore endotermico, sicuramente avrebbe potuto giocarsi la vittoria. O quantomeno la seconda posizione.

Le note positive, per la Rossa di Maranello, sono da ricercare nella conferma che quanto successo in Messico è stato un episodio. Mentre sembra essere migliorato il degrado gomma in gara, seppur non a livello ancora di Red Bull e Mercedes.

Il fatto più eclatante della domenica di Interlagos, sono state le parole grosse volate tra Verstappen e Perez a fine gara. Il messicano è in piena lotta con Leclerc per il ruolo di vicecampione. Per questo la squadra aveva chiesto al bicampione di non superare il compagno, così da assicurarsi qualche punto in più. Di tutta risposta, l’olandese se n’è fregato. E non solo l’ha superato, ma ha disubbidito al team anche a fine gara. Quando gli era stato espressamente chiesto di restituire la posizione.

Aprendosi via radio, una volta transitato sotto la bandiera a scacchi, ha sganciato la bomba. Dicendo che non si sarebbero dovuti più permettersi di chiedergli una cosa del genere. Mentre in numero 11 gli ha risposto, a distanza, che deve a lui i suoi due mondiali. Opinione condivisibile, specialmente per il titolo 2021.

Max Verstappen, Red Bull RB18, GP San Paolo
Photo by: Twitter Red Bull Racing Team

Questa convivenza, aveva dato segnali di possibile deflagrazione durante l’anno. Quando in un paio di occasioni non si erano aiutati con la scia in qualifica. Il caso è scoppiato tutto per una 5° e 6° posizione che a Verstappen non avrebbe cambiato niente, ma a Perez sì. In quanto è impensabile che il Checo possa vincere il titolo nella sua carriera. E quindi terminare secondo, sarebbe un obiettivo prestigioso per la sua carriera.

Tutto questo riporta alla mente una situazione vista e rivista in seno alla Red Bull. Prima tra Vettel e Webber, poi tra lo stesso Verstappen e Ricciardo. Starà a Horner e Marko, ancora una volta, risolvere questa gatta da pelare. Non escludendo che al termine della prossima stagione, la coppia possa sciogliersi. Magari riabbracciando il figliol prodigo Ricciardo, come titolare. Dato al momento di ritorno, da svariati rumors, come nuovo terzo pilota per il 2023.

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