La F1 si appresta ad affrontare le ultime due fatiche stagionali, prima della meritata pausa invernale. Si riparte per l’ultimo back to back dallo storico circuito di Interlagos, nei pressi di San Paolo, intitolato al pilota di origini italiane Jose Carlos Pace. Per l’occasione, come nel 2021, il weekend prevede il ritorno dell’ultima Sprint Race. Fino a qualche anno fa, essendo l’ultima tappa del mondiale, in Brasile si sono assegnati diversi mondiali. Quest’anno la lotta sarà accesa solamente per le posizioni di rincalzo, considerando che i due titoli sono già stati assegnati. Come sempre, qui la differenza può farla il meteo pazzo.
Caratteristiche del circuito
La pista brasiliana è una delle più apprezzate dai piloti e più tecniche di tutto il mondiale. Situato ai 700 metri sul livello del mare. E’ un continuo saliscendi “in mezzo ai laghi”, da qui deriva il nome Interlagos. Essendo uno dei circuiti più corti del mondiale, con solamente 4,309 km, è fondamentale ogni dettaglio è fondamentale nel trovare il giro perfetto. Altrimenti il più piccole errore lo si paga caro. Nonostante questo, solitamente, le qualifiche sono tirate e giocate sul filo dei millesimi. I giri da percorrere in senso antiorario la domenica sono 71, con 8 curve a destra ed 7 a sinistra, per un totale di 305,879 km. Le zone DRS presenti sono due. La prima sulla salita che porta fino a curva 1, la seconda sul rettilineo opposto tra le curva 3 e 4.
Assetti delle vetture
La scelta aerodinamica dei team verterà su una configurazione da medio-alto carico. Questo per evitare scivolamenti e l’innalzamento delle temperature degli pneumatici. Essendo presenti molte curve a media velocità, dove è l’asse anteriore quello maggiormente sollecitato. Con un equa distribuzione dei carichi laterali, essendo praticamente pari il numero di curve a destra e sinistra. Inoltre è importante fare i conti con la posizione in altura, per far respirare correttamente le PU.
Sull’assetto meccanico, fondamentale è trovare le giuste altezze da terra per evitare di accendere il porpoising ed il bottoming. Inoltre è indispensabile trovare un compromesso tra qualifica e gara, per proteggere gli pneumatici durante i 71 giri di domenica. Per questo motivo bisognerebbe avere delle barre antirollio mediamente morbide, ma delle molle abbastanza rigide. Così da possedere un anteriore forte, favorendo i continui cambi di direzione disseminati sul tracciato brasiliano e la percorrenza sui lunghi curvoni.
Problematiche pneumatici
In caso di gara asciutta, gestire le gomme sarà la chiave per il successo. Non tanto per i carichi laterali o longitudinali, che sono nella media, ma per l’alta abrasività dell’asfalto brasiliano. Uniti alle alte temperature, di asfalto ed aria, che si potrebbero registrare. In questa situazione la tematica del weekend sarà quella del degrado termico, con tendenza al blistering. Mentre in caso di sessioni in cui le temperature saranno basse, a causa del non perfetto grip che offre la pista, sorgerà il problema del graining. Inoltre il circuito è soggetto ad un’elevata track evolution. Sarà fondamentale, quindi, trovare il tempo all’ultimo momento in qualifica. Considerando che ci sarà solo un turno di libere.
A spasso per il circuito di San Paolo

Ora andiamo a vedere come trovare il giro perfetto a San Paolo.
Primo settore
Si arriva a gas spalancato e DRS aperto dalla Arquinbancadas (curva 15), in vista della frenata di curva 1 che immette nella ‘S’ di Senna. Con una velocità di più di 300 km/h si imposta la staccata a poco più di 50 metri, scendendo dall’ottava alla terza/quarta marcia, a volante dritto. Per poi iniziare a girare progressivamente a sinistra, per tagliare sul cordolo e trovarsi in posizione per il cambio di direzione a destra in curva 2. Stessa procedura da compiere anche qui, così da trovarsi ad affrontare la Curva do Sol (la curva 3) a piena farfalla. Evitando di andare oltre la riga bianca ed incorrere nei track limits. A questo punto si pizzica il cordolo interno. Sfruttando tutta la pista in uscita, in vista del rettilineo opposto che porta a curva 4. Pochi metri prima di iniziare a frenare, termina il primo settore.
Secondo settore
Il secondo settore è quello più tecnico dell’intero tracciato. Composto da un susseguirsi di curve medie e lente. La frenata della 4 prevede di scalare quattro marce e di portarla fin dentro la curva. Così da avere tanta velocità nella fase centrale ed ottenere una perfetta percorrenza. Attenzione all’uscita dove sono presenti i track limits ed un cordolo infimo, in grado di scomporre la macchina. Da questo momento piede sull’acceleratore, per affrontare in pieno la Subida do Lago (curva 5) e salire verso la doppia curva a sinistra, della Ferradura (curva 6) e la 7.
La 6 è una curva cieca dove non si vede il punto di corda. Quindi è molto importante fidarsi delle proprie sensazioni. Si frena molto in ritardo, passando dalla 8° alla 6° marcia, ottimizzando anche in questo caso la percorrenza per avere un’ottima uscita. Per la curva 7 si parzializza il gas prima di spingere nuovamente. Di fatto sono da considerarsi quasi come un’unica curva. Si arriva alla frenata della curva 8, dove inizia il tratto lento. Si tolgono cinque marce, scalando fino alla terza, per affrontare il tornante a sinistra che porta alla 9.
Questo è un lungo curvone a bassa percorrenza verso sinistra (curva più lenta del tracciato), dove è importante possedere un avantreno forte. Così da richiamare la macchina in direzione della 10 e privilegiare la velocità a centro curva. Solitamente è qui dove si può perde il giro. La Cotovelo, curva 10 a destra, arriva dopo un brevissimo rettilineo e per impostarla, così da ottimizzare l’uscita, la si prende molto larga. Frenando in un fazzoletto, passando dalla 6° alla 3°. In questo punto sono frequenti i bloccaggi dell’anteriore destra, essendo una curva in contropendenza.

Photo by: Twitter McLaren F1 Team
Da questo punto si spinge sull’acceleratore e si va in discesa. Facendo attenzione al pattinamento del posteriore, per affrontare in pieno curva 11. Solitamente se non si ha un corretto assetto, alla Mergulho si patisce del sottosterzo che potrebbe essere fastidioso durante l’attacco al tempo. Spedendo la monoposto fuori dal cordolo e scomponendola in vista della staccata del Juncao, curva 12. Ed in questo tratto che termina il secondo centrale.
Terzo settore
L’ultimo settore è di fatto composto da un’unica curva, la 12. Anche se sulla carta sono segnate altre due curve: la Subida dos Boxes e l’Arquibancadas. Queste due si affrontano a piena farfalla e con DRS che si attiva poco prima della 15, in vista del traguardo. In questo tratto è importante avere una PU potente ed un’elevata efficienza aerodinamica. Ma prima di arrivarci, come detto, c’è la cruciale Juncao. Che se affrontata in modo errato, fa perdere lo slancio verso il lunghissimo rettilineo finale.
E’ possibile affrontarla in due modi. Il primo tagliarla, salendo sul cordolo se la vettura lo permette, percorrendo meno metri. Oppure passarci attorno e mettere a terra i cavalli del proprio motore, sfruttando la coppia. In ogni caso in uscita bisogna sfruttare tutta la pista, facendo attenzione al sovrasterzo di potenza ed all’erba posizionata a ridosso della linea bianca. Ed è in questa maniera che termina il giro nel frullatore di Interlagos.
Hotspots per il sorpasso
Le migliori opportunità di sorpasso che offre Interlagos sono essenzialmente quattro. La prima è sulla salita che porta a curva 1, effettuabile con o senza DRS. Il secondo punto è appunto la staccata di curva 1, all’ingresso della S di Senna. Il terzo è il rettilineo opposto, grazie all’ausilio dell’ala mobile. Mentre l’ultimo è la frenata di curva 4. Altri hotspots potrebbero essere in percorrenza di curva 6 o in staccata delle curve 8 e 12.
Mescole GP San Paolo 2022

Photo by: Twitter Pirelli
White Hard: C2
Yellow Medium: C3
Red Soft: C4
Statistiche di Interlagos
Edizioni disputate: 38
Lunghezza tracciato: 4,309 km
N. di curve: 15
N. di giri: 71
Distanza GP: 305,879 km
Piloti con il maggior numero di vittorie: Micheal Schumacher x4 (1994-1995 Benetton, 2000-2002 Ferrari)
Squadra con il maggior numero di vittorie: Ferrari x9 (Niki Lauda 1976, Alain Prost 1990, Micheal Schumacher 2000-2002, Felipe Massa 2006-2008, Kimi Raikkonen 2007, Sebastian Vettel 2017)
Piloti con il maggior numero di pole position: Ayrton Senna x3 (1990-1991 McLaren, 1994 Williams), Mika Hakkinen x3 (1998-1999-2000 McLaren), Rubens Barrichello x3 (2003-2004 Ferrari, 2009 Brawn GP), Felipe Massa x3 (2006-2007-2008 Ferrari), Lewis Hamilton x3 (2012 McLaren, 2016-2018 Mercedes)
Squadre con il maggior numero di pole: McLaren x9 (Emerson Fittipaldi 1974, James Hunt 1976-1977, Ayrton Senna 1990-1991, Mika Hakkinen 1998-1999-2000, Lewis Hamilton 2012)
Pilota con il maggior numero di giri veloce: Micheal Schumacher x5 (1993-1994-1995 Benetton, 2000-2006 Ferrari)
Squadra con il maggior numero di giri veloce: McLaren x8 (Denny Hulme 1973, James Hunt 1977, Gerhard Berger 1990, Mika Hakkinen 1998-1999, Kimi Raikkonen 2005, Lewis Hamilton 2010-2012)
Giro record in qualifica: 1:07:281 Lewis Hamilton/Mercedes (2018)
Giro record in gara: 1:10:540 Valtteri Bottas/Mercedes (2018)