Formula 1 | Sforato il budget cap, Red Bull nei guai!

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

Lunedì 10 ottobre la Cost Cap Administration si è pronunciata, concedendo il certificato di conformità a 9 squadre per la stagione. Come da indiscrezioni esplose nel paddock a Singapore, l'unica ad essere andata oltre è la Red Bull. A questo punto il team di Milton Keynes rischia grosso. Confermata la violazione procedurale per l'Aston Martin, che dovrebbe risolversi con una semplice multa.

Alla fine le indiscrezioni uscite fuori l’indomani della prima sessione di libere del GP di Singapore si sono rivelate fondate. L’Aston Martin ha commesso una violazione procedurale. Mentre Red Bull ha sforato anche il limite di costi.

Per il team di Silverstone l’intera questione dovrebbe risolversi con una semplice multa. Come è stato per la Williams nel primo step di verifiche, presentando la documentazione in ritardo. Fa comunque specie che Lawrence Stroll sia incappato in questo errore burocratico, considerando la sua esperienza (e del suo staff) nel compiere operazioni finanziarie di elevata caratura.

Red Bull ed ora che si fa?

Chi rischia grosso è senz’altro la Red Bull. Secondo il documento FIA, il team di Milton Keynes è reo di aver commesso una ‘minor’ violazione del Cost Cap (oltre a quella procedurale), quindi non oltre il 5%. Considerando i 145 milioni a disposizione dei team nel 2021, la somma può arrivare fino ai 7,2 milioni di dollari.

Il regolamento finanziario prevede una serie di pene che vanno da una semplice multa, passando per riduzione di ore al CFD, galleria del vento o del budget cup per la stagione successiva alla rilevazione dell’infrazione. Fino ad arrivare ad esclusioni per diversi GP od addirittura alla decurtazioni di punti nelle classifiche della stagione di violazione, rimettendo in gioco i mondiali.

In questo caso specifico quello piloti. Il quale è stato già vittima di aspre polemiche durante l’inverno, per il discusso finale di Abu Dhabi. Nel quale Verstappen ha sopravanzato Hamilton nel corso dell’ultimo giro, dopo una contestata modalità di ripartenza dietro SC.


Non si è fatta certo attendere la risposta Red Bull, attraverso una nota pubblicata sui profili social. La squadra del colosso di lattine energetiche si è dichiarata sorpresa e in disaccordo con quanto stabilito dalla Cost Cap Administration. Decidendo di valutare la miglior strategia d’attuare per difendersi.

A questo punto il team ha due strade percorribili. La prima è quella di fare appello, andando incontro a sanzioni più pesanti in caso venga confermata la sentenza. Mentre la seconda (emersa nelle ultime ore) è quella di stipulare un accordo con la FIA, riconoscendo però la propria colpevolezza. Oltre al pagamento di un’ammenda ed essere soggetto ad un controllo più ferreo nei prossimi anni.

Comunicato Red Bull alla contestazione di violazione del budget cap
Photo by: Oracle Red Bull Racing (Twitter)

La poca trasparenza mette il paddock in subuglio

Chiaramente questa seconda soluzione ha trovato l’ostracismo dell’intero paddock. Così facendo cadrebbe, come un castello di sabbia, la credibilità del nuovo regolamento finanziario. A neanche dodici mesi dalla sua entrata in vigore. È proprio di questi giorni la lettera inviata dal CEO McLaren, Zak Brown, al presidente Ben Sulayem, chiedendo il pugno pesante e consigliando alcune modalità di sanzioni in questi casi.

Il caos scatenato in queste settimane è riconducibile, ancora una volta, alla mancanza di trasparenza da parte dell’organo di governo. Il quale, oltre alla comunicazione effettuata per dichiarare chi fosse conforme o meno al rispetto del cap, non ha fornito nessun dettaglio sull’eccedenza Red Bull ed in quale ambito. Generando dichiarazioni dovuto alla disinformazione.

Newey, il pomo della discordia

Molti sostengono che il team anglo-austriaco abbia avuto un vantaggio in termini di sviluppo della RB16B e che questo si sia riflettuto anche sulla stagione in corso. In quanto affermano che la Red Bull abbia utilizzato la stessa metodologia. Ma in realtà tutto ruota, secondo le ultime indiscrezioni, intorno alla figura di Adrian Newey.

Il genio dell’aerodinamica parrebbe non essere un dipendente del team Red Bull, ma assunto solo come consulente. Questa ha fatto scattare la violazione procedurale, in quanto il suo stipendio non rientra tra quelli che possono essere esclusi dal conteggio del budget cap, ed il conseguente sforamento del tetto dei costi.

Stiamo di fronte ad infrangimento di regole pesante, pur non rientrando nel campo dello sviluppo della vettura. In quanto molte squadre (specie Ferrari e Mercedes) hanno dovuto provvedere al ridimensionamento del personale. Epurandolo o spostandolo in altri progetti, per rientrare nei parametri imposti.

Adrian Newey, Helmut Marko e Christian Horner
Photo by: Uncredit

Procedure lente ed inadeguate

E’ assurdo pensare di riaprire, potenzialmente, un campionato un anno dopo. Quindi le procedure dovranno essere sveltite. Ma soprattutto pubblicati già ad inizio stagione gli stipendi di ogni membro soggetto ai vincoli, la parte di budget riservata allo sviluppo per ogni team e tutte le voci preventivabili. E successivamente, nel corso dell’anno, il costo di spesa di ogni aggiornamento introdotto. In quanto un listino prezzi dei vari pezzi è già presente in FIA, ma è segreto.

Solo così si eviterebbero illazioni, conoscendo in tempo reale l’ammontare di budget utilizzato da ogni squadra. Utilizzando una metodologia già in uso negli sport americani quali NFL ed NBA, in cui vige un regime di budget cap, conoscendo gli stipendi dei vari giocatori ed il quantitativo di spazio di spesa rimanente.

La FIA si sta giocando la reputazione e la credibilità della F1 agli occhi dei tifosi, risollevata solo negli ultimi anni. Una punizione pesante ed esemplare, sarebbe il migliore deterrente per evitare situazioni del genere in futuro. Diversamente, un buffetto creerebbe un pericoloso precedente ed annullerebbe di fatto lo spirito di queste nuove norme. Riaprendo una corsa sfrenata allo sviluppo.

La conclusione della vicenda è ormai vicina. E tutte le parti in causa la stanno seguendo con molta attenzione, perché farà giurisprudenza negli anni a venire. Le squadre sono pronte ad adattarsi di conseguenza a ciò che verrà deciso nei prossimi giorni.

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