Formula 1 | Verstappen fissa il record a 15! Leclerc e Ferrari secondi. Vettel, ritiro dolceamaro!

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Nicola Sigismondi

Nicola Sigismondi

Con la gara andata in scena sotto le luci di Abu Dhabi, si chiude l'estenuante stagione 2022. Verstappen chiude dominando e portando il record di vittorie in una stagione a 15. Si rivede la Ferrari di inizio stagione, docile nello gestire le gomme, che permette a lei stessa ed a Leclerc di arrivare secondi nei rispettivi mondiali. Tanta emozione per il ritiro di Sebastian Vettel. Il quale termina la sua carriera con una gara distrutta, ancora una volta, da una strategia imbarazzante del suo team. Preferendone una migliore per Stroll, a discapito del sesto posto nel costruttori

Dopo il passo falso di Interlagos, in cui ha patito problemi di assetto, la Red Bull e Verstappen riprendono il filo per chiudere al meglio una stagione da dominatori. L’olandese, partito dalla pole per la terza volta consecutiva a Yas Marina, conduce l’intera gara con apparente facilità. Tanto che il box, in più di una occasione, ha dovuto richiamarlo per tirargli le briglie ed evitare problemi di gomme. La vittoria di Abu Dhabi estende il record di vittorie in una stagione, fissandolo a 15 sulle 22 disponibili quest’anno! Numeri impressionanti.

Un risultato ancor più inaspettato ed impronosticabile, se si ripensa a come si era messa la stagione dopo il secondo ritiro, su tre gare, in Australia. Con una Ferrari che sembrava potersela giocare fino alla fine. Ed invece tra affidabilità, errori dei piloti e strategie da rivedere, la Rossa ha faticato anche a portarsi a casa le due piazze d’onore dei rispettivi mondiali.

Ferrari ritrova la spinta e la fiducia all’ultima gara, centrando gli obiettivi

Ma con un colpo di reni finale, è riuscita nel doppio intento. La seconda piazza nel costruttori mancava dal 2019, mentre quella piloti dal 2018 con Vettel. La F1-75, proprio per il gran finale di Abu Dhabi, ha ritrovato quello smalto che è venuto a mancare nel momento clou della stagione. Tra l’aggiornamento aerodinamico del fondo arrivato in Francia che ha portato i tecnici di Maranello fuori strada, causando un anomalo degrado delle gomme, e l’abbassamento delle mappature per evitare guai sul fronte motore.

Proprio per l’ultima gara, i motoristi diretti da Enrico Gualtieri hanno deciso di spremere tutta la cavalleria disponibile sullo 066/7 Superfast ed i risultati sino sono visti. Inoltre, nel corso del weekend, la Ferrari ha lavorato duramente sul degrado gomme. Ribaltando una situazione che dopo la FP2 sembrava tutt’altro che rosea sul quel fronte.

Anche grazie ad un Leclerc che, forse, per la prima volta in F1 ha condotto una grandissima gara sul lato della gestione degli pneumatici. Una delle poche lacune appartenenti al 25enne monegasco, palesate dal lui stesso nel corso degli anni. Questo gli ha permesso di respingere l’attacco finale di Perez, arrivato a 1.3 secondi dalla Ferrari numero 16. La Red Bull fallisce, per la quinta volta, la possibilità di arrivare primo e secondo nella classifica pilota quando ha messo in tasca l’iride costruttori. Un’impresa mai riuscita al team di Milton Keynes.

Checo ha da recriminare, da parte sua, una parte centrale di stagione un po’ nell’ombra. Nella quale aveva perso la bussola a livello tecnico, in quanto gli sviluppi erano andati in direzione Verstappen. In quest’ultima gara, come affermato da Horner nel team radio di rientro, il messicano ha sofferto di un eccessivo degrado nel primo stint. Fattore che lo ha obbligato ad una strategia a doppia sosta.  A dispetto dell’unica del suo compagno e di Leclerc, che ha pagato dividendi solo per loro due.

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Mercedes fa un passo indietro, il drag la penalizza sui rettilinei di Yas Marina

Weekend difficile per il vincitore del GP di San Paolo, Russell, ed il suo team. Il giovane inglese ha chiuso in 5° posizione. In quanto la Mercedes, come da pronostico, ha sofferto il tratto centrale con i due lunghi rettilinei. Perdendo in qualifica oltre mezzo secondo solo in quel parziale dalla Red Bull. Chiaramente il male endemico della W13, il drag, non può sparire e si è ripresentato puntualmente negli Emirati. Inoltre i due alfieri della Stella hanno faticato tutto il weekend a trovare il setup ideale, per accendere le gomme nel giro secco.

Per Hamilton la stagione si è chiusa amaramente. Ritiratosi per un problema al cambio mentre era in lotta con Sainz. Probabile sia stata una conseguenza del volo del primo giro, quando è stato spinto fuori dallo spagnolo. Dinamica simile, per quello che riguarda il decollo del sette volte iridato, accaduta a Spa con Alonso. Questo significa che, per la prima volta nella sua carriera, il nativo di Stevenage non conquista neanche una vittoria stagionale.

George Russell, Mercedes W13, GP Abu Dhabi
Photo by: Twitter Mercedes AMG-PETRONAS F1 Team

Alpine è la regina del midfield, McLaren si deve accontentare

Nella lotta al 4° posto nel costruttori l’ha spuntata l’Alpine sulla McLaren. Traguardo importante e meritato per il marchio transalpino. È stato il team più costante della stagione a centrocampo e fortemente impegnato nello sviluppo. Che l’ha portato ad alzare le proprie prestazioni gara dopo gara. Da oggetto misterioso nei test prestagionali, a solida realtà. Con uno sguardo fiducioso rivolto ai piani alti per il 2023. Ma il tallone d’Achille è stata l’affidabilità del propulsore, da migliorare in vista della prossima stagione.

Problematica messa in conto. In quanto i tecnici di Viry Chatillon hanno portato una PU rivoluzionata, prima del congelamento di inizio stagione. Spingendo sulla prestazione a discapito dell’affidabilità, che può essere sempre migliorata fino al 2025. Ma che ha messo in ginocchio specialmente Alonso. In quasi il 50% delle gare, il bicampione spagnolo è incappato in questi problemi. Stesso copione si è ripetuto anche nella sua ultima gara con la squadra di Enstone di domenica. In cui è stato costretto al ritiro dopo 27 giri.

Per la McLaren nulla da fare. Dopo un recupero prodigioso, a causa dei problemi ai freni di inizio stagione che ne hanno minato le performance, il team di Woking si è dovuto arrendere. Ha pesato anche il disputare un campionato intero, di fatto, con solamente Norris. Il quale si è confermato nuovamente primo degli altri. Considerando che Ricciardo ha portato il suo contributo solamente nell’ultimissime gare, compresa quella di Abu Dhabi. Quando era ormai troppo tardi, per se stesso e per il team.

Lando Norris, McLaren MCL36, GP Abu Dhabi
Photo by: Uncredit

Vettel dà l’addio alla F1 con una prestazione grandiosa

Ed ora veniamo al momento più emozionante dell’intero appuntamento finale: il ritiro di Sebastian Vettel. La parte dolce è stato l’omaggio riservato al quattro Campione tedesco, a più riprese durante il corso del weekend, dai suoi colleghi, dai suoi ex team e da quello attuale. Oltre che dai milioni di suoi tifosi in giro per il mondo.

Si è partiti da una cena organizzata da Hamilton, in cui hanno partecipato tutti i piloti della griglia. Un evento estremamente più unico che raro. Solo Seb poteva avere questo ruolo di collante tra i restanti 19 conducenti. Passando alla Ferrari che, oltre ad essere stata la più attiva sui social nell’omaggiare il suo ex diamante, gli ha donato il cofano della SF71-H guidata nel 2018. Per arrivare alla Red Bull, che gli ha fatto trovare un’ala posteriore degli anni d’oro del suo dominio.

Un weekend di addio che stava prendendo le sembianze della perfezione. Ancora una volta, come a Suzuka, una qualifica sontuosa gli ha permesso di entrare in Q3, centrando la 9° posizione. E sarebbe potuto arrivare addirittura davanti a Norris, se fosse riuscito a ripetere il giro della Q2. In gara ha avuto un ottimo spunto, che gli ha permesso di superare Ocon. Ma poche curve dopo, si è dovuto arrendere al ritorno del francese sul rettilineo più lungo.

Da quel momento ha provato ad insidiare il coriaceo 31 in tutti i modi, riuscendoci quasi all’interno della 9. Ma è stato costretto ad allargare la traiettoria, visto che era entrato in curva con una velocità esagerata, ed è stato risuperato dal vincitore di Ungheria 2021. Tutta questa difficoltà di sbarazzarsi di Ocon, nonostante un passo migliore, è dovuto alla scarsa velocità di punta ed efficienza aerodinamica della AMR22. La peggiore vettura in griglia sotto questi aspetti.

Sebastian Vettel salutato dai suoi colleghi durante la tradizionale foto di fine stagione, GP Abu Dhabi
Photo by: Uncredit

L’Aston Martin gli distrugge la gara finale

Ma è qui che viene la parte amara del fine settimana. Ancora una volta, come in questi due anni, il team Aston Martin si è preso la briga di rovinargli pure la gara finale della carriera, con una chiamata alquanto ridicola. Ovviamente al fine di tutelare Stroll e farlo arrivare davanti al tedesco. Infatti, nonostante l’essere bloccato dal transalpino, la squadra di Silverstone non ha chiamato Vettel per dargli l’opportunità di effettuare un undercut. Ma bensì il canadese, che era ormai subito dietro, per mandarlo su una più redditizia strategia a due soste.

Il 4 volte Campione è stato lasciato in pasto alle vetture più veloci. Le quali avevano optato tutte per questa strategia, a differenza della sua unica sosta. Quando ha incontrato una vettura con cui non aveva una differenza abissale di vita delle gomme, non è riuscito a superarla. A causa dei problemi di cui si parlava in precedenza, rimanendo così dietro Ricciardo.

Se non fosse stato per il guasto dell’amico Hamilton, Seb avrebbe chiuso fuori dai punti. Magra consolazione. In quanto avrebbe meritato di chiudere davanti a Norris, per la prestazione mostrata durante la corsa. Anche se, sotto certi aspetti, è un cerchio che si chiude. Perché all’esordio ad Indianapolis, nel 2007, si prese l’ultimo punto disponibile proprio grazie ad un ritiro. In quell’occasione fu di Rosberg, rivale poi in Ferrari e compagno proprio di quel Hamilton nella Stella.

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Due anni di scelte pro Stroll e zero progressi sulle strategie

Ma quanto accaduto ad Abu Dhabi è solamente la conferma di come opera il team verde smeraldo. Chi vi scrive stanó la metodologia usata da Aston Martin già alla terza/quarta gara dell’approdo di Vettel alla ex Racing Point. Fu deriso e tacciato per complottista. Ma oggi, dopo due anni, i nodi sono venuti al pettine e finalmente il mondo può ammirare cosa combinano in quel muretto.

I segnali c’erano tutti. Oltre alle ripetute strategie scadenti riservate a Vettel, al contrario di quelle di Stroll, specialmente quando si trovava davanti al numero 18, c’era la questione aggiornamenti della passata stagione. La scusa che fu utilizzata era che loro li davano prima a chi era davanti in classifica. Per il primo pacchetto tutto filó liscio, in quanto il canadese era effettivamente avanti. Ma dal secondo non reggeva più, in quanto tra i due era il nativo di Heppenheim a precedere il compagno.

A conti fatti Vettel è stato sfruttato dall’Aston Martin, solo dal punto di vista del marketing e dell’immagine. Per carità scelta legittima, ma non quello che si aspettava l’ex Ferrari. In quanto, da quello puramente sportivo, le macchine consegnateli erano scadenti. E solo il suo talento ha fatto sì che sono arrivati risultati degni nota. Come il secondo posto a Baku e la quasi vittoria in Ungheria, entrambi nel 2021.

Inoltre il team non ha registrato, in questo biennio, miglioramenti dal punto di vista delle strategie. Nonostante avessero in squadra il pilota che meglio è in grado di leggere le gare dall’abitacolo. Probabilmente il tedesco ci avrà anche provato ad imporsi, come accaduto spesso in Ferrari. Ma visto che si trovava davanti ad un muro di gomma, alla fine avrà desistito.

Lance Stroll, Aston Martin AMR22, GP Abu Dhabi
Photo by: Twitter Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team

Papà Norbert non ci sta ed attacca la ormai ex squadra del figlio

Nel dopo gara Sebastian, ancora una volta, si è rivelato un signore non colpevolizzandoli più del dovuto. Nonostante fosse in forte disappunto per il risultato e la strategia riservatagli. Già evidenziato in un team radio verso fine gara. Ma nonostante questo ci ha tenuto a ringraziare tutti quanti, specialmente i suoi tifosi che in questi anni l’hanno seguito e supportato.

Chi non ci è andato per il sottile è stato papà Norbert. Il quale ha usato parole pesanti per definire l’Aston Martin, dopo l’ennesimo sgarbo operato ai danni del figlio. Facendo notare che non solo hanno perso la sesta posizione contro l’Alfa Romeo, nonostante una vettura più performante nella parte finale, ma anche ben 12 milioni per il mancato raggiungimento dell’obiettivo. Sacro santa verità quella professata da Vettel Sr.

Norbert Vettel, papà di Sebastian, con Fernando Alonso, GP Abu Dhabi
Photo by: Uncredit

Prima di andare in vacanza, per i 10 team ci sarà il test collettivo di fine anno riservato alle prove dei nuovi pneumatici Pirelli 2023. Dopodiché ci sarà il rompete le righe, per dare inizio alla pausa invernale più lunga da diversi anni a questa parte. Dandoci appuntamento dal 23 al 25 di febbraio per i collaudi in Bahrain. Date nelle quali potremmo ammirare le nuove vetture e le lineup in vista del prossimo mondiale.

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